Il MANN riaccende i riflettori sulla cultura partenopea quale mezzo importante per una sana e vera riqualificazione della città di Napoli, ma intanto Comacchio “scippa” i tesori di Pompei ed Ercolano, in accordo proprio con il direttore del Museo Archeologico Nazionale di Napoli.
Il neodirettore del MANN, Paolo Giulierini ha da poco presentato la nuova mission museale di una delle più moderne realtà a livello internazionazionale, dichiarandosi pronto ad una politica di ridefinizione delle problematiche da affrontare. In primo piano l’adeguamento delle strutture, dei servizi e delle attività del Museo.
La nuova direzione, con il piano stategico 2016-2019, ha voluto mettere nero su bianco linee guida, obiettivi, nuove attività da attuare anche attraverso la trasparenza e la condivisione con la cittadinanza, almeno sulla carta. Il piano vincente si baserebbe, secondo Giulierini, proprio sul dialogo costruttivo e consapevole con la città. Il MANN è un luogo di cultura ed in quanto tale può, e deve, diventare un punto cardine per la riqualificazione urbana ed un centro di riferimento per Napoli. Due le linee che si seguiranno per attuare tale strategia: il MANN di oggi e quello di domani, tra storia, identità, missione, risorse artistiche e strutturali, ma sempre con un occhio al futuro, guardando servizi, comunicazione e collezioni, anche attraverso il digitale.
Il tutto concepito secondo tempi e risorse finanziarie prestabiliti. In concreto il Museo si muoverà per un’autovalorizzazione, diventando interprete delle sue stesse collezioni, partendo da quella farnese, con materiale campano e pompeiano, recuperando al contempo la vocazione e la divulgazione del sapere.
Fin quì nulla di più nobile e valoriale, eppure si è sollevata una polemica non indifferente da parte dei cittadini napoletani, proprio sulle scelte di Paolo Giulierini, che tanto si era detto pronto ad una collaborazione con la cittadinanza, volta alla trasparenza e condivisione, sulla sua decisione di far esporre i reperti di Pompei ed Ercolano a Comacchio, in Emilia Romagna.
Ma procediamo per step. In Autunno nella cornice di Palazzo Bellini, a Comacchio, verrà inaugurata una mostra con i reperti campani, questo a seguito di un accordo storico e alquanto discutibile, vista la politica promossa dal MANN, siglato con l’approvazione del direttore Giulierini, che si è detto soddisfatto, sottolineando di aver contribuito alla “disseminazione culturale” ed alla promozione del Museo stesso.
In risposta sono arrivate le dure parole del consigliere regionale Francesco Emilio Borrelli e dall’ideatore della trasmissione “la Radiazza”, Gianni Simioli: “E’ inspiegabile l’accordo raggiunto tra Palazzo Bellini di Comacchio ed il Museo Archeologico Nazionale di Napoli che prevede il trasferimento di una parte dei tesori di Ecolano e Pompei, che non vengono esposti per mancanza di spazio”.
E ancora: “Quei reperti avrebbero potuto arricchire l’offerta culturale di città già inserite nei circuiti turistici, invece di arricchire il patrimonio di Comacchio”; “le istituzioni campane dovrebbero ribellarsi a questo ennesimo “scippo” da parte del Nord verso il Sud, in tutti i modi”.
Un accordo strategico che non piace ai napoletani. Trasparenza e condivisione, restano soltanto belle parole. Le polemiche, dunque, sembrano destinate a non fermarsi su un protocollo che “d’intesa” per Napoli ha ben poco.
Alessia Centi Pizzutilli