I militanti dello Spazio Collettivo 48ohm hanno presentato un esposto al comune di Pomigliano. Nel documento chiedono, da parte dell’amministrazione, un impegno concreto nel contrastare l’inquinamento ambientale.

In una nota, gli attivisti dello spazio collettivo 48ohm spiegano: “Un escalation di roghi tossici e di incendi dolosi nelle ultime due settimane che stanno mettendo a rischio la salute dei cittadini compromettendo gravemente il livello di salubrità dell’aria. Ogni giorno, percorrendo le strade dei nostri territori, ci accorgiamo che i roghi sono diventati ormai un fatto costitutivo della geografia vesuviana. Un fatto a cui dovremmo perfino abituarci. Respiriamo veleni ovunque e la soluzione non può essere quella di chiudersi in casa. Dopo l’incendio al campo rom di Casalnuovo, una gigantesca nube tossica ha attraversato tutti i comuni del comprensorio. Eppure le nostre istituzioni sono rimaste in silenzio. Nessun intervento cautelativo, nessun pronunciamento, nessun tipo di ordinanza. Quasi come fosse una cosa normale appunto. L’ARPAC, l’organismo cui dovremmo far affidamento per conoscere nel dettaglio quello che succede, non ha diramato alcun bollettino ufficiale, forse perché un rilevamento effettivo del livello di inquinamento atmosferico, specialmente dopo l’episodio dell’incendio a Casalnuovo, la inchioderebbe alle sue responsabilità, ma sappiamo già da tempo che questo carrozzone politico-clientelare è incapace di prospettare interventi e soluzioni.  Tutto questo succede mentre le polveri sottili, quelle pericolose che inaliamo, che ci entrano nei polmoni e nel sangue, si aggirano stabilmente nell’aria oltre i limiti fissati dalle leggi dello stato. Le stessi leggi che dovremmo rispettare anche quando sono profondamente ingiuste e anti-sociali. In questo, come in molti altri casi, è lo stato in tutte le sue articolazioni ammnistrative ad essere fuorilegge. Dallo scorso anno non è cambiato nulla. A gennaio presentammo un esposto, chiedevamo interventi strutturali in tutti gli ambiti che concorrono a determinare un peggioramento della qualità ambientale. Dopo due settimane ci fu l’ordinanza di blocco del traffico cittadino. Quattro weekend senza auto, perché in quel momento l’amministrazione non poteva apparire insensibile al problema, ma soprattutto non poteva sembrare inerme. Poi spenti i riflettori, rinchiusi gli articoli nei cassetti, tutto è tornato nella normalità. Quella normalità che ci dice che a Pomigliano e in tutta la piana vesuviana interna riportiamo un livello d’inquinamento superiore a Milano e Parigi. 

A fine luglio siamo già prossimi alla soglia del numero di sforamenti in un anno delle polveri sottili. La quantità di PM10 non può superare un livello di concentrazione di 50mg per metro cubo per oltre 35 giorni in un anno. Siamo già a 27 giorni di sforamento, ciò vuol dire che entro la fine dell’anno sforeremo di gran lunga quella soglia oltre la quale le polveri sottili sono considerate una minaccia assoluta per la nostra salute. È chiaro a tutti ora che gli interventi spot della nostra amministrazione sono del tutto inefficaci e sono funzionali al circuito mediatico dell’opportunismo politico. Siamo del tutto sprovvisti di una strategia di lungo periodo e di una pianificazione strutturale di interventi che mirino concretamente a ridurre il potenziale inquinante sui nostri territori.

Avevamo chiesto un censimento delle fonti inquinanti e una valutazione sulle industrie impattanti del nostro comune e non è stato fatto. Avevamo chiesto un piano generale per la mobilità sostenibile e non è stato fatto. Un riordino del ciclo dei rifiuti puntando sulla riduzione, il riciclaggio, il riutilizzo, i sistemi di premialità, un intervento a livello regionale sulla insostenibilità dell’inceneritore di Acerra e tutto il piano regionale di incenerimento dei rifiuti e non è stato fatto. Un controllo serrato sul territorio, la costituzione di un Osservatorio Ambientale, ma nulla.

Abbiamo ricevuto in cambio solo chiacchiere, cabine di regia con i sindaci del comprensorio e l’assessorato all’ambiente della regione Campania a porte chiuse che hanno prodotto meno di zero. Una seconda centralina installata nel centro urbano, presso la scuola elementare Frasso, perché bisognava valutare bene la portata del fenomeno, che ha dato le stesse evidenze, come era ovvio, della centralina già installata. Era solo un modo per prendere tempo, per allontanarsi dalle proprie responsabilità, perché se da un lato non si ha la benché minima capacità di intervenire sul problema, dall’altro non c’è la volontà di cambiare e condizionare gli attuali assetti di potere (politico ed economico) interessati al mantenimento degli assi portanti delle politiche che stanno devastando il nostro territorio. A noi resta il compito di far diventare quella per il diritto all’ambiente e alla salute una lotta sociale di emancipazione contro un sistema che, utilizzando il livello politico amministrativo, saccheggia risorse, devasta, inquina e produce morte.

Ribellarsi adesso a tutto questo è una priorità, è una questione di sopravvivenza!

https://www.facebook.com/collettivo48ohm/posts/624823811010557

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