Il MEF (Ministero Economia e Finanze) ha reso noto dove saranno reperiti i 4,53 miliardi ulteriori che andranno a coprire la manovra per ridurre il deficit italiano dello 0,3% in maniera strutturale, dopo i chiarimenti chiesti dal vicepresidente agli affari economici Jyrki Katainen e in seguito al lungo iter che ha portato la bozza del bilancio dell’Italia a Bruxelles. Il Tesoro ha dovuto dissipare i dubbi sollevati sullo spostamento del pareggio di bilancio al 2017 che nel linguaggio tecnico è definito MTO, ossia obiettivo di medio termine (medium term objective). 

Le coperture della manovra

La scelta più delicata per il dicastero dell’Economia è stata su quali poste di bilancio modificare per ottenere il placet europeo ed è ricaduta su un prelievo di: 3,3 miliardi sul fondo che era stato costituito per diminuire le tasse; 0,5 miliardi dai fondi di coesione europea esclusi dal patto di stabilità con le Regioni; 0,73 miliardi dall’astensione del reverse-charge Iva per il retail (nel documento non si specifica se per retail si intende la vendita al dettaglio o la rivendita) che resta sempre supportato dalle clausole di salvaguardia: aumento accise (su benzina in primis) e IVA nel 2016, qualora la misura non ottenesse gli effetti sperati. Nella lettera di Padoan si chiede esplicitamente “l’autorizzazione delle istituzioni europee” per varare il reverse-charge.

La controffensiva di Padoan

Padoan difende strenuamente le sue scelte e lancia un avviso a tutta Eurolandia: infatti, il ministro afferma che l’effetto di alcuni provvedimenti non si riscontrerà nel breve periodo a causa delle condizioni avverse del mercato ma, alla lunga, darà i suoi frutti e sottolinea “la scommessa su efficienza e qualità della spesa pubblica al taglio del carico fiscale sul lavoro, dagli investimenti in ricerca, innovazione e scuola”.

Nella missiva si parla anche di un ambizioso piano di privatizzazioni per un valore pari allo 0,7% del pil che contribuirà ad una riduzione strutturale dello 0,3% del deficit pubblico, assieme al jobs act e alla riforma della giustizia. Tutto ciò è utile a spiegare perché il pareggio di bilancio è posticipato al 2017 e ha un unico fine: evitare modifiche sostanziali alla bozza di bilancio che è orientata alla crescita economica. E perciò si leggono numerosi rinvii alla legislazione italiana ed europea sulle norme relative al bilancio che rappresentano un messaggio chiaro: abbiamo rispettato il vincolo del 3% nel rapporto deficit-PIL ed usufruito della flessibilità riconosciuta dalla legislazione nazionale ed internazionale.

Il Tesoro spiega che la crescita è necessaria per un Paese come l’Italia che è in recessione da tre anni, ha un PIL diminuito del 9% rispetto al 2008 e non sopporterebbe un altro anno di recessione. In questo caso si paventerebbe un serio rischio deflazione nella migliore delle ipotesi e, nella peggiore, una stagflazione con conseguente bassa inflazione e recessione (stagnazione). La conclusione della missiva è sicuramente la parte che ha più intimorito l’Eurotower, in quanto un ulteriore anno in recesso creerebbe un rischio declassamento rating per il debito italiano che danneggerebbe tutta l’Europa, soprattutto ora che la Germania non è più la locomotiva d’Europa in virtù degli ultimi dati economici.

In seguito a questi provvedimenti e ai rischi possibili, il portavoce di Katainen ha risposto così “Ringraziamo l’Italia per la fattiva collaborazione e ci terremo in contatto nei giorni successivi. Mercoledì saranno pubblicate le analisi di questi Paesi con serie deviazioni” (vedi Francia).

 Ferdinando Paciolla 

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