L’acqua è probabilmente il composto chimico più importante che esista in natura. Essa è il principale costituente degli organismi viventi, ricopre la maggior parte della superficie del nostro pianeta e gioca un ruolo fondamentale in tantissime reazioni metaboliche. È per tali ragioni che l’uomo deve poter aver accesso a risorse idriche sicure e costanti, in quantità tali da poter soddisfare il proprio fabbisogno quotidianamente.
Avere acqua disponibile è per tutti un diritto fondamentale. Tranne che per pochissime eccezioni, per lo più concentrate nei paesi dell’America Latina, è però raro trovare un esplicito riferimento nelle Costituzioni ad una legislazione che regolamenti e riconosca tale diritto. Nella maggior parte dei casi infatti esso è riconducibile al catalogo aperto dei diritti, come avviene ad esempio per la Costituzione italiana nell’art.2, nella quale è inserito nel più ampio ambito dei diritti inviolabili che la nostra Carta costituzionale riconosce al cittadino ed all’uomo.
A livello internazionale l’acqua è sempre di più considerata non un semplice demanio pubblico, ma addirittura un bene comune, da gestire secondo i canoni teorizzati da Elinor Ostrom (premio nobel per l’economia nel 2009). Se nei paesi ricchi del Nord aprire il rubinetto ed aspettare di ricevere dell’acqua è tanto banale quanto ovvio praticamente in ogni domicilio, non in ogni parte del mondo questa situazione rappresenta la normalità: in molte regioni del pianeta il liquido che ha originato la vita risulta difficilmente reperibile e nei casi in cui lo si trovi è spesso in condizioni igieniche che ne rendono impossibile la fruizione.
È per queste esigenze che nasce il WoW – Wonderful Water, un dispositivo rivoluzionario in grado di purificare ogni tipo di acqua inquinata, senza nemmeno ricorrere a filtri. L’apparecchio separa l’acqua dai suoi contaminanti, eliminando gli agenti inquinanti così bene che gli scarti prodotti risultano concentrati, occupando pochissimo spazio e sgravando il lavoro di smaltimento che ne consegue, impedendo inoltre la possibile contaminazione delle vaste aree dove sarebbero stipati i rifiuti di scarto. È una tecnologia semplice, ma davvero efficiente: il nome WoW è senza dubbio azzeccato!
La paternità di quest’invenzione è tutta italiana: Adriano Marin, un ingegnere di Padova, ha sviluppato questa tecnologia proprio con l’intento di depurare l’acqua destinata ai paesi del terzo mondo. Egli stesso si è meravigliato dell’eccezionalità di un risultato così eclatante. Ci sono voluti circa due anni prima di comprendere quali principi permettessero una così efficace decontaminazione, e solo nel finire del 2013 l’esistenza del WoW è stata rese pubblica, non senza destare scetticismo.
Marin però non si è lasciato destabilizzare dai detrattori, continuando gli studi in collaborazione con l’Università di Pavia ed i laboratori dell’ARPAV di Padova, arrivando a risultati considerevoli e sviluppando il prodotto che verrà poi testato a Saluggia , presso il deposito di scorie nucleari Avogadro , ed al CNR.
L’esperimento al quale il WoW è tuttora sottoposto per dimostrare la sua decantata efficacia consiste nel depurare 45.000 l di liquido radioattivo, lavorando dal 23 settembre fino al 5 dicembre, trasformandolo in acqua pura ed ottenendo solo 10 l di materiale di scarto.
Le applicazioni di questa straordinaria invenzione sono tantissime, a cominciare dalla depurazione del materiale radioattivo diffusosi intorno a Fukushima in seguito al disastro nucleare del 2011, depurando i liquidi e producendo una quantità di fanghi radioattivi di scarto infinitamente inferiore rispetto a quella derivante dalle tecnologie attuali.
Il brevetto internazionale del macchinario che permette tali risultati è segreto. Il suo inventore spiega che il processo è regolato dall’evaporazione del liquido, durante la quale è controllato il trascinamento del vapore che è un effetto indesiderato della reazione stessa. È così possibile un’evaporazione selettiva per estrarre l’acqua, separare i volatili e concentrare i materiali di rifiuto.
La sperimentazione sta arrivando alle fasi conclusive. Marin è in cerca di finanziatori che abbiano interesse a sostenere la sua invenzione ed a portarla sul mercato; il mondo è in attesa del WoW, la tecnologia che darà un enorme contributo a rendere più disponibile e fruibile l’acqua per una maggiore fetta della popolazione, portandola a divenire un bene comune non più solo in teoria.
Lorenzo Di Meglio
Bibliografia
Renato Briganti – Il diritto dell’acqua – Edizioni scientifiche italiane
Sitografia