Durante il vertice internazionale “Donne e giustizia” organizzato a Istanbul dalla Women and Democracy Association il presidente della Turchia Recep Tayyip Erdogan ha lanciato alcune dichiarazioni di stampo conservatore e religioso inerenti la condizione della donna nella società, oltre che criticare le femministe che “non accettano il concetto di maternità” dell’Islam. Tali dichiarazioni hanno scatenato una serie di risposte e critiche sia in patria che all’estero da parte di esponenti politici e da attivisti per i diritti delle donne.
“Considerare uomo e donna sullo stesso piano è contro natura, i due generi sono diversi per indole e costituzione fisica: le donne devono fare le madri“ ha dichiarato Erdogan, aggiungendo che proprio per la loro “natura delicata” le donne non dovrebbero svolgere lavori manuali: “non potete far fare alle donne gli stessi lavori degli uomini come in un regime comunista. Non potete dargli una pala e dirgli di fare il loro lavoro“. Erdogan ha chiamato in causa anche la religione: “l’Islam ha definito il ruolo delle donne: essere madri. Ed è un concetto che non è possibile spiegare alle femministe” e citando Maometto ha dichiarato che “il paradiso si colloca ai piedi delle madri” e “vorrei baciare i piedi di mia madre perché profumano di paradiso“.
Le reazioni non si sono fatte attendere: Aylin Nazliaka, deputata del principale partito di opposizione, il Partito Repubblicano, ha scritto che il presidente vuole “ostracizzare” le donne e che “quello di Erdogan è un discorso che incita pubblicamente all’odio […] Ma continuerò a combattere quest’uomo che non vede differenze tra terroristi e femministe“. Una conduttrice del canale turco Kanal D, Sule Zeybek, ha risposto in diretta ai commenti di Erdogan durante il bollettino delle notizie: “sono una femminista e grazie a Dio anche una mamma. Non bacerei i piedi di mia madre ma ho grande rispetto per lei“.
Erdogan, uomo di 60 anni, sposato e con quattro figli, si era già reso noto per la sua visione della donna nel 2008 durante un discorso tenuto per commemorare l’International Women’s Day, in cui aveva cosigliato alle “care sorelle” di avere tre o possibilmente cinque figli. Si sono poi susseguiti altri commenti controversi, in cui avversari politici e critici vedono un chiaro tentativo di ri-islamizzare la Turchia, processo che , secondo le loro opinioni, prevede l’imposizione di una visione patriarcale e conservatrice della famiglia.
La Turchia, d’altro canto, non è famosa per essere una terra favorevole alle donne: esse rappresentano il 29% della forza lavoro (dati del 2012: fonte Spiegel), una delle percentuali più basse tra i 34 membri dell’OPEC. Nel 2013 il rapporto stilato del World Economic Forum aveva messo la Turchia al centoventesimo posto sulla parità di genere su 136 paesi esaminati, con alti tassi di violenza domestica che, secondo varie organizzazioni non-governative, è responsabile della morte di più di 200 donne solo nei primi sei mesi del 2014 (fonte The Guardian).
Massimo Liccardo