La F1 è in letargo ormai da più di un mese, e chi stesse ancora pensando alla stagione appena trascorsa sbaglia a prescindere. Insomma, l’automobilismo difficilmente smette di fare scalpore o far parlare di sé, soprattutto da quando negli ultimi decenni si è trasformato in una questione di politica, economia e movimenti finanziari. Dietro ogni circuito, infatti, come dietro ogni vettura, si nascondono diverse storie, ognuna delle quali necessita del suo tempo per venir raccontata. E quest’anno sotto l’albero di Natale della F1 ognuno ha riposto la sua di storia, da chi ci ha lasciato un titolo di campione del mondo a chi, invece, come in casa Ferrari, preferisce aspettare e metter da parte gli sforzi e il duro lavoro per posare un dono nella sua calza. Dalla solita conferenza stampa natalizia, dove ha esordito la coppia composta da Sergio Marchionne e Maurizio Arrivabene, sono venute fuori le preoccupazioni, o forse le verità, di chi sa di non aspettarsi un miracolo bello e buono per l’anno nuovo.

Arrivabene-Marchionne-conferenza-presentazione-Maranello-436x291Il nuovo progetto è partito con un bel po’ di ritardo. Il 2015 sarà un anno difficile che metterà a dura prova tutta la Scuderia. Sono le parole del neopresidente Ferrari Sergio Marchionne, il quale, come non solo in questa occasione, si è lasciato anche andare a dei latenti spunti critici nei confronti di Luca Cordero di Montezemolo. L’ex numero uno del Cavallino, infatti, ha rischiato più e più volte di diventare il presidente del Formula One Group, lo stesso gruppo che detiene i diritti della F1 e dove siedono i capi di questo sport. Lì dove i regolamenti si decidono e si firmano, lì dove un uomo come LCdM, dall’alto dei suoi anni nel mondo delle corse e del suo dichiarato amore per la rossa, sarebbe potuto risultare decisivo, perché no, sostenendo proprio Maranello nel limite dei suoi immensi – e non si dice tanto per dirlo – poteri. Detto, (non) fatto. Perché proprio Marchionne ha opposto il suo dissenso, ritirandosi nella parte di chi non vuole giocare sporco nei confronti degli avversari. Il buon SM difende, dunque, l’onestà del suo operato: “Avremmo avuto problemi con i concorrenti. Non si può eleggere una persona che è stata legata per 23 anni alla Ferrari. È come se io andassi a fare il presidente di Volkswagen”.

Se dovessimo vincere due Gran Premi sarebbe un successo, con tre sarebbe un trionfo. Con quattro andremmo in paradiso“. Sono queste, invece, le parole che mai nessuno vorrebbe sentire da un team principal, ma che ha pronunciato proprio Maurizio Arrivabene. I tempi per lo sviluppo della monoposto 2015 sono stati indubbiamente rallentati dalla riorganizzazione interna dello staff e, oltretutto, poiché vanno avanti già dalla metà della scorsa stagione, non lasciano fiduciosi i più per il futuro. Colpa di scelte sbagliate, dice Marchionne. O forse sarebbe meglio parlare di una sola scelta in particolare, perché l’ad di FCA di certo non le manda a dire al suo predecessore in Ferrari, reo secondo lui di aver concluso una gestione disastrosa e soprattutto di aver dato il via fin troppo presto ai lavori in vista del 2015.

 

Dal canto suo, intanto, Montezemolo ha risposto così all’Ansa:

«Mi sono ripromesso di non fare polemiche per il profondo amore che nutro per la Ferrari, per il rispetto che merita chi vi lavora oggi e chi vi ha lavorato e vinto sui mercati e sui circuiti di gara. In queste settimane ho assistito però ad esternazioni reiterate, gratuite ed in alcuni casi non rispondenti alla realtà dei fatti. Non intendo raccogliere tali provocazioni. I successi sportivi, superiori a quelli conseguiti da qualunque altra squadra, la forza ed il prestigio raggiunto dal brand nel mondo ed i risultati economico-finanziari che sono stati fondamentali per il Gruppo FCA e che quest’anno saranno i migliori nella storia dell’Azienda, parlano da soli»

Infine, quel che si può dire è che il rischio che il 2015 sia solo un’appendice dell’anno appena trascorso esiste, ma che al contempo potrebbe davvero rappresentare un nuovo inizio da cui, naturalmente, aspettarsi il minimo indispensabile. Ad ogni modo, qualunque sia il responso della pista, dalla Ferrari si è sempre stati abituati ad avere una mentalità vincente. E se le scelte di Montezemolo sono state davvero sbagliate, altrettanto non si potrebbe dire della pacata sincerità di chi mette in guardia e prepara ad un altro anno ancora, si dice, deludente. I risultati presto arriveranno, anche se dalla parte dei tifosi al momento non si respira ancora aria di fiducia.

Fonte immagine in evidenza: ilgiornaledigitale.it

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Nicola Puca

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