In questo periodo per le strade italiane gira un treno, ma non tutti se ne accorgono. Per sentirlo arrivare serve tener pronte le orecchie e il cuore. “O treno che va” è l’ultimo lavoro dei Foja, un gruppo di musicisti napoletani che è riuscito a farsi strada, confermando il principio di una musica universale, portatrice di un messaggio di rivoluzione e unione, oltre le appartenenze.
Dario Sansone, autore e cantante, ci ha fatto salire in carrozza con lui, raccontandosi nel modo più genuino possibile, come fanno gli artisti, o come piace a lui definirsi, i comunicatori.
Un curiosità per rompere il ghiaccio: perché Foja?
“Ci sembrava un nome che potesse rappresentare quello che facciamo. È un termine dialettale che indica irrequietezza, energia. Siamo energia“.
A proposito di Foja: questo disco sembra avere un’impronta più energica, quasi rockettara, meno melodica dei precedenti lavori. Come mai questa scelta?
“Le scelte non sono mai pensate, sono processi naturali. Qui ci abbiamo messo un po’ tutto quello che ci rappresenta in questo momento. I dischi sono fotografie del momento che vivi. È stato tutto istintivo, in realtà. Non abbiamo tralasciato la melodia, ci sono anche delle ballate. Diciamo che, nonostante ci sia un grande lavoro di post-produzione e arrangiamento, questo disco assomiglia di più a noi quando suoniamo”.
Cagnasse Tutto (ultimo singolo estratto, ndr). Da dove si deve partire per cambiare le cose? Cosa c’è da cambiare?
“Prima di tutto c’è da cambiare una certa mentalità. Ci sono persone convinte di non poter cambiare le cose, che si cullano su quest’idea. Per cambiare le cose ci vuole impegno e trasparenza. La vedo in tante persone della mia città e che conosco, ma manca ancora in una grande fetta di persone, abituate a giudicare e a non fare”.
Tra le date del tour anche Milano. Quanto è difficile raccontare la vostra Napoli a chi non la conosce?
Per noi non è difficile, facciamo musica ed abbiamo sempre suonato fuori da Napoli: Trento Bergamo, Barcellona. Il pubblico sente quando metti l’anima in quello che fai a prescindere dal posto da cui vieni e dalla lingua in cui ti esprimi. Quante canzoni ti emozionano ma non ne capisci il testo? Spesso sono i napoletani a non sentirsi capiti, dimenticando che Napoli è sempre stata internazionale, ed ha sempre importato ed esportato cultura, in tutto il mondo”.
‘O treno che va: dove va questo treno?
“Questa domanda ce la siamo posta anche noi, abbiamo concepito questo disco come un viaggio, ogni canzone è una fermata. Sul treno con noi è seduto tutto il nostro pubblico, sarà lui a dirci dove andremo. Più siamo, più lontano arriveremo”.
Ve lo auguro. Chitarrista, cantautore, musicista e disegnatore: quante anime convivono in Dario Sansone?
“Le cose sono sempre andate di pari passo, è stato tutto naturale. Fin da quando ero bambino suonavo, cantavo e disegnavo. Ora da adulto non sono ancora riuscito a scegliere una strada precisa”.
Sei nato artista quindi…
“Più che artista mi sento un comunicatore, poco importa se si tratta di un disegno o una canzone, l’importante è avere qualcosa da dire, un messaggio da portare”.
Qual è il tuo messaggio?
“Ca se po’ fa: con il lavoro continuo si può arrivare ovunque, l’importante è condividere con gli altri, senza egoismi”.
Tutti insieme, più o meno cosi:
Angela Avallone