Si è svolto ieri, nel tardo pomeriggio, l’incontro “Chi è Stato?”, incentrato sulla scottante e delicatissima questione della Terra dei Fuochi, organizzato dal collettivo “Portici città ribelle”, in collaborazione con la libreria Mondadori di Portici, i giornalisti Antonio Musella, Dario Striano e il giornalista Sandro Ruotolo che, come affermato dalla moderatrice Gaia Martignelli, “non ha bisogno di presentazioni”. Alla sua destra, letteralmente parlando, Enzo Tosti, attivista di “Progetto Veritas”, affetto in prima persona da leucemia linfoblastica.
Professionisti e ancor prima uomini che non hanno bisogno di descrizioni: sarebbero banali e superflue. Sono i fatti che parlano, le battaglie che ogni giorno portano avanti, alla luce del sole, senza aver paura, senza remore, con onestà intellettuale. Un giornalista è come un messaggero: il suo compito è informare, cercare e diffondere notizie, dare voce a chi è debole, ponendo l’etica al primo posto in assoluto. Verba volant, scripta manent. Sandro Ruotolo non ha mai smesso di informare e divulgare tutto ciò che si cela dietro alla Terra dei Fuochi, neanche di fronte alle minacce di morte da parte di Michele Zagaria, il boss del clan dei Casalesi.
Dopo l’introduzione di una giovanissima cittadina porticese, che fa parte del collettivo “Portici Città Ribelle” e della giornalista Martignelli, c’è stata la proiezione della prima puntata del format “Italian Leaks”, ideato dallo stesso Ruotolo, realizzato dai reporter di Fanpage.it e incentrato sulla trattativa segreta tra Stato e camorra sullo smaltimento dei rifuti, del tutto illegale. Davanti agli occhi scorrono le immagini di Michele Zagaria, boss del clan dei Casalesi che, nel carcere milanese di Opera, parla con la sorella Beatrice. A seguire la storia di “giornalista sotto scorta” di Ruotolo, cominciata nel novembre del 2013, nel momento in cui ha intervistato Carmine Schiavone, contabile dello stesso clan, arrestato dieci anni prima, nel 1993, dopo aver confessato dei rapporti segreti tra i servizi segreti e il clan.
“Negli anni 2000 ero animalista e ambientalista come cittadino, ma non mi ero mai interessato ai rifiuti — racconta Ruotolo — Io mi stavo interessando in prima persona alle guerre di mafia, alla lega che stava nascendo. Quando nel 2004 c’è stata l’emergenza rifiuti, ho iniziato a seguirla perché me ne andai a Serre, in provincia di Salerno, dove c’era l’ennesima discarica. La gente protestava. Aveva praticamente occupato l’autostrada Reggio Calabria-Salerno. Volevo capire cosa fosse questo sistema dei rifiuti, le raccomandazioni in sede europea, le famose riduzione, recupero, ricicla. Lo stato ha dei momenti di Borderline — prosegue il giornalista — per capirci un capitano dei carabinieri o un commissario di polizia sono ufficiali giudiziari, se vedono commettere un reato devono perseguire quel reato e invece…”
“La Terra dei Fuochi è la storia di un’economia che non funziona”: queste parole, nude e crude, tra tutte quelle pronunciate, racchiudono tanta indignazione, sgomento, dolore e soprattutto rabbia. È Enzo Tosti a parlare: inveisce, leggitimamente, contro le Istituzioni, la corruzione che dilaga come nulla fosse, verso chi è stato capace di nascondere una verità così atroce, nonostante sia stata denunciata alla luce del sole, contro chi ha assecondato e asseconda diventando complice di un meccanismo malato, completamente inceppato, chi fa il lavoro sporco, chi si fa portavoce della giustizia o è a capo del governo, guarda, osserva in silenzio e non fa proprio nulla.
Ecco una delle dichiarazioni più toccanti: “E siamo stati i primi, ecco, a denunciare. Quando si parla di Acerra, ci si sente sempre chiedere ‘voi che avere fatto? Voi avete visto ma non avete denunciato’. Eppure noi l’abbiamo gridato. Ci siamo recati dalle Istituzioni, dai carabinieri, dai comuni, da chi dovrebbe in qualche maniera difenderci. Porte chiuse. Ci siamo trovati anche ad essere denunciati…Un nostro attivista è stato condannato.”
Ma tutto tace: i roghi tossici, da cui si ergono scie di fumo e sostanze ancor più nocive, bruciano sotto gli occhi di tutti. L’aria diventa irrespirabile. E ogni giorno muoiono persone e non solo loro: in automatico muore lentamente e interiormente anche chi sta accanto. Un ufficio per i danni morali non esiste e in ogni caso, non servirebbe a nulla. Lo scempio disumano a cui si assiste è inaccettabile. Lo Stato che “guarda e passa”, come direbbe Dante, ed è complice della Mafia, di un complotto, di un omicidio di massa, dell’inferno atomico. Associazionismo e attivismo sono come un oasi nel deserto: dissetano e cancellano un po’ di tutto il veleno che ha intossicato tutto e tutti, concedono qualche attimo di ristoro.
Vivere nella Terra dei Fuochi è straziante, quanto meraviglioso: il parente che soffre o muore a causa di un tumore o un cancro diventa automaticamente il parente di tutti. Egli è figlio dell’antica Campania Felix, di una terra prospera e magnanima, in cui non manca nulla ma che, tuttavia, resta abbandonata in un degrado assurdo. Tutti i figli di questa terra, spaventosamente bella, sono esseri umani pieni di rabbia, di dolore fisico ed emotivo, di preoccupazioni e allo stesso tempo pieni di voglia di lottare, sensibilizzare e far giustizia. Come ha affermato Ruotolo nel suo intervento “la verità non si deve mai omettere” e “Quando io ho visto le scarpette di… Sì, di Riccardo, io…. Sono stato male, senza parole”: è il cuore di uomo a parlare, non solo quello di giornalista. I bambini, che trascorrono il loro tempo o tutta la loro breve vita nei reparti oncologici dell’ospedale Pausillipon o altri ospedali che colpa ne hanno?
L’incontro di ieri ha dimostrato che la condivisione è fondamentale. L’informazione, chiara, trasperente, spogliata da ogni filtro, doverosa.
Ad maiora semper, meravigliosa e piangente Terra dei Fuochi. Uno dei tuoi figli, Giancarlo Siani, purtroppo anch’egli ucciso dalla camorra, direbbe: ”Puoi cadere migliaia di volte nella vita, ma se sei realmente libero nei pensieri, nel cuore e se possiedi l’animo del saggio potrai cadere anche infinite volte nel percorso della tua vita, ma non lo farai mai in ginocchio, sempre in piedi”. E chi è onesto e libero nei pensieri, morirà tale.
Valentina Coppola