Renato Di Giovanni, è questo il nome della prima vittima di camorra di questo 2017.

Renato, a soli 20 anni, è stato ucciso ieri in via Epomeo, all’incrocio con via Montevergine, nel quartiere di Soccavo. I due killer, che hanno esploso numerosi colpi d’arma da fuoco all’indirizzo del ragazzo, sono entrati in azione poco prima delle 13, per poi fuggire a bordo di uno scooter.

Alcuni medici hanno provato ad intervenire ma il ragazzo era ormai morto.

Luogo della sparatoria
Luogo della sparatoria

Renato Di Giovanni era un ex calciatore della primavera del Napoli. Già noto alle forze dell’ordine, per via dei suoi precedenti per spaccio, era sottoposto all’obbligo di firma dalla Polizia Giudiziaria.

Sul luogo della tragedia sono poi giunti i familiari, disperati. Panico anche tra i passanti e tra i fedeli che erano sul sagrato della chiesa di Montevergine.

Renato Di Giovanni
Renato Di Giovanni

Ancora una volta, una vittima appena ventenne, altro sangue versato nella guerra che colpisce ragazzi sempre più giovani. Chiediamo giustizia sociale per Napoli, per i nostri quartieri, chiediamo che vengano date delle alternative vere ai ragazzi per sottrarli al ricatto delle camorre. C’è una generazione che sta morendo, stritolata nella morsa tra precarietà, sfruttamento e camorre”.

Così si esprime sulla propria pagina Facebook la rete UnPopoloInCammino, attiva contro la lotta alla camorra.

UnPopoloInCammino
UnPopoloInCammino

“Bisogna fare presto!
Subito lavoro, scuola e politiche sociali per fermare la violenza.”

Sono molti a esprimere il proprio sconcerto per quanto accaduto

“Oggi è morto Renato, – si legge sulla pagina dell’Ex Opg Occupato qualcuno dirà che “si sono ammazzati fra di loro”, ma non è così. Siamo tutti figli di questa città, siamo legati gli uni agli altri. Non siamo responsabili di dove nasciamo. Non possiamo chiudere gli occhi. Dobbiamo combattere la camorra, ma con i fatti: pretendere scuola, lavoro, opportunità, trasporti, luoghi per fare sport. E se non ce li abbiamo dobbiamo lottare, dobbiamo crearli noi. Altro adesso non so dire.”

Andrea Chiara Petrone

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