David di DonatelloL’edizione 2017 dei David di Donatello si è svolta, nel secondo anno consecutivo, negli studi televisivi di Sky, presentata dal giovane Alessandro Cattelan.

Da qualche anno i film in gara ai David di Donatello sono completamente diversi tra loro, proponendo finalmente generi praticamente agli antipodi. Nello specifico in quest’annata si sono visti film sui motori (Veloce come il vento, vincitore di ben sei statuette), film sulle malattie mentali come La pazza gioia di Virzì, che porta a casa cinque premi tra cui regia e film e infine film su due gemelle siamesi ambientato nell’hinterland campano, Indivisibili di Edoardo De Angelis, che porta a casa sei David.

Tra gli attori trionfano il solito Valerio Mastandrea (non protagonista per Fiore), Antonia Truppo per Indivisibili e la meravigliosa Valeria Bruni Tedeschi (show sul palco al momento dei ringraziamenti) e un sempre sul pezzo Stefano Accorsi per Veloce come il vento, film nel quale l’attore si trasforma completamente perdendo anche il suo status di sex symbol.

Le grandi sorprese quindi non sono mancate, su tutte il trionfo di due film che sulla carta, per motivi diversi, erano dei veri e propri outsider: Indivisibili e Veloce come il vento. Un film prodotto veramente con pochi soldi che però ha evidentemente sorpreso i giurati dell’Accademia e un film tra i primi ad occuparsi di motori in Italia, senza però dimenticare l’attenzione e la sensibilità che contraddistingue il nostro cinema.

Grande show infine per il premio alla carriera a Roberto Benigni, ricordato con un video di tutte le sue performance cinematografiche e il suo più grande riconoscimento: l’Oscar del ’98. Beningni però, al momento dei ringraziamenti, ha definito lo stesso David come il più grande riconoscimento per il cinema poiché, come ha più volte ripetuto, egli considera il cinema italiano il più bello della storia. Parole di encomio per il cinema nostrano anche da Paolo Virzì al momento della consegna. Il regista livornese ha omaggiato il nostro cinema affermando che è stato il primo ad abbattere le barriere tra dramma e commedia ed è per questo che si sente a casa sua.

Andrea Piretti

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