Oggi la legge elettorale ha superato le pregiudiziali di costituzionalità, ma il Presidente del Consiglio non può dormire sonni tranquilli dopo la decisione di porre la fiducia sull’Italicum, infatti ha twittato:

La fiducia riguarderà gli articoli 1, 2 e 4 (l’articolo 3 non è variato rispetto al testo del Senato, quindi non ha bisogno di altre letture). La data del voto finale non è ufficiale ma gli addetti della Camera hanno definito “realistico” un voto a maggio.

Appena il Ministro per le Riforme, Maria Elena Boschi, ha annunciato all’aula che si sarebbe votata la fiducia sulla riforma, è partito un boato dall’aula che non le ha consentito di concludere l’intervento ed ha consegnato alla Presidente, Laura Boldrini, una Camera arroventata e sempre più difficile da gestire col passare delle ore.

Ha stupito la reazione dell’ex Presidente della Repubblica Napolitano “Non entro in questo terribile garbuglio”, mentre era prevedibile, ma non troppo stando alle previsioni, quella dell’ex segretario Bersani che ha tuonato “Non la votiamo”.

I deputati di Sel hanno lanciato crisantemi gialli ed il loro capogruppo, Arturo Scotto, aveva detto “È il funerale della democrazia” ed ha evidenziato come l’evento politico di questo pomeriggio abbia soltanto due precedenti nella storia italiana: si pose per la prima volta la questione di fiducia nel 1923 alla Legge Acerbo, che spianò la strada all’ascesa di Benito Mussolini; fu utilizzato lo stesso metodo per la Legge “truffa” del 1953, così chiamata in quanto fallì miseramente, fino all’abrogazione dell’anno successivo.

I pentastellati, invece, hanno gridato “Vergogna, vergogna” ed intonato il coro “Elezioni, elezioni”, mentre Brunetta parlava di “fascismo renziano” e Vendola di “atto di squadrismo istituzionale”.

La posizione dei grillini è stata successivamente esposta perfettamente dal loro leader, Beppe Grillo, in un tweet:

Nel frattempo Daniela Santanché “cinguettava”:

Vedendo queste reazioni critiche ma poco concrete delle opposizioni, alcuni cronisti politici hanno lamentato la pochezza e sterilità delle opposizioni di Forza Italia, Movimento Cinque Stelle e Lega, che avrebbero dovuto insistere di più sulle pregiudiziali di incostituzionalità in virtù dell’articolo 72 della Costituzione (clicca qui per il testo integrale):

Ogni disegno di legge, presentato ad una Camera è, secondo le norme del suo regolamento, esaminato da una Commissione e poi dalla Camera stessa, che l’approva articolo per articolo e con votazione finale.[…] La procedura normale di esame e di approvazione diretta da parte della Camera è sempre adottata per i disegni di legge in materia costituzionale [cfr. art. 138] ed elettorale e per quelli di delegazione legislativa [cfr. artt. 76, 79 ], di autorizzazione a ratificare trattati internazionali [cfr. art. 80], di approvazione di bilanci e consuntivi [cfr. art. 81]. 

Ferdinando Paciolla

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