Napoli – Dopo aver smascherato le infiltrazioni nella sanità pubblica, un altro colpo viene sferrato al clan Lo Russo. 24 sono le ordinanze cautelari eseguite da Polizia di Stato, Arma dei Carabinieri, Gico della Guardia di Finanza sulle direttive della DDA di Napoli. Esponenti ed “operai” del clan dei “Capitoni” i destinatari degli oltre 20 provvedimenti cautelari.

Intercettazioni, sopralluoghi, sequestri e le parole di alcuni collaboratori di giustizia (sia interni che esterni al clan) hanno portato alla lieta conclusione delle indagini del procuratore Colangelo.

I reati di cui sono i imputati gli oltre 20 riconducibili al clan Lo Russo sono i peculiari reati di chi appartiene al mondo camorristico: associazione di stampo mafioso, traffico di stupefacenti, estorsioni aggravate, tentato omicidio ed omicidio colposo con violazione della normativa stradale. Anche il clan di Miano non si fa mancare niente. Ha allargato i propri affari anche nel mercato del pane: esercizi commerciali, ambulanti e persino grosse catene erano costrette ad acquistare pane a prezzo maggiorato prodotto da forni facenti capo ai Lo Russo. Tre i panifici sequestrati.

Le indagini, che hanno portato a oltre 20 provvedimenti, sono partite concentrandosi sul pesce più grosso dei “Capitoni”: il boss Carlo Lo Russo. Anche verso quest’ultimo il Gip del Tribunale di Napoli ha disposto il provvedimento cautelare. Il boss del clan è ritenuto il sicario, con la complicità della moglie Anna Serino, di Pasquale Izzi, rapinatore seriale ucciso con 10 colpi di pistola il marzo scorso.

Individuato anche il gruppo di fuoco dei “Capitoni”: Ciro Perfetto, Domenico Cerasuolo, Mariano Torre, Luigi Cutarelli e Gennaro Ruocco (imputato anche per l’omicidio di Giovanna Paino, la donna che travolse in scooter lo scorso marzo durante una spedizione punitiva verso esponenti di un clan avversario).

Smontati anche i “settori” di spaccio e dell’ estorsione del clan di Miano. Del primo si occupava il figlio del boss Carlo Lo Russo; il secondo era invece compito di Gaetano Cifrone, Gerardo De Leo, Francesco Danese e Domenico Rusciano. In manette anche i due che costringevano i commercianti a comprare a prezzo maggiorato il pane prodotto dai forni del clan: il nipote del boss Carlo, il figlio del fratello Domenico, e Gaetano Milano.

Tre però sono riusciti a sottrarsi all’arresto: un terzo cugino di nome Vincenzo, Antonio Buono e Giuseppe Cipressa sono gli irreperibili.

A un paio di settimane fa risale l’ultimo blitz a danno dello stesso clan Lo Russo, e oggi ulteriori arresti e sequestri; che sia questo il colpo di ghigliottina per il clan dei “Capitoni”?

Lucia Ciruzzi

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