Continua lo scontro interno al centrodestra per la leadership. L’incontro chiarificatore previsto oggi a pranzo tra Silvio Berlusconi e Raffaele Fitto è saltato venendo rinviato a data da destinarsi, ufficialmente per la mancanza del tempo necessario dovuta ad impegni reciproci, e l’ex Cavaliere al posto suo ad ora di pranzo ha incontrato tutti i fedelissimi, dai capigruppo a Toti, la Bergamini, Brunetta e Maria Rosaria Rossi per fare il punto della situazione. La necessità di un incontro tra l’ex governatore pugliese e “campione di preferenze” si è palesata dopo la prova di forza messa in atto da Fitto ieri dal palco del Tempio di Adriano dove ha riunito una quarantina di parlamentari azzurri insieme a varie figure provenienti dalla diaspora del centro-destra: ex finiani come Alemanno e Storace, ma anche ex fedelissimi di Berlusconi come Capezzone, Romano e Minzolini. Tutti accomunati dall’allergia verso il “renzismo del centodestra” e verso la linea dell’opposizione berlusconiana giudicata troppo morbida verso il governo di Renzi.

E Fitto dal palco del Tempio lancia anche la sua risposta a Berlusconi che pochi giorni fa ha definito Salvini “un ottimo goleador per la Lega e per il centrodestra“, seppur specificando che il miglior capitano sarebbe rimasto comunque lui stesso. “Basta improvvisazioni, più che concentrarsi sul centravanti o sul centrocampista serve una squadra riconoscibile sui contenuti”, ha dichiarato, raccogliendo anche la proposta di Salvini dando il suo appoggio all’idea delle primarie nel centrodestra per la scelta del prossimo leader. Primarie che per adesso hanno due partecipanti sicuri: Salvini e Berlusconi. Sul primo, come detto, l’ex Cavaliere ha già lanciato la sua proposta: lo vedrebbe come volto “di sfondamento” dello schieramento, ma con lui saldamente al comando. Ma Fitto non ci sta, quel ruolo di leader già lo immagina per sé e larga parte del partito è con lui, insieme a pezzi del centrodestra che potrebbero anche ricompattarsi intorno alla sua figura, e l’incontro di oggi, secondo indiscrezioni, è saltato perché l’ex governatore pugliese avrebbe intuito che non si sarebbe trattato di un confronto aperto, ma semplicemente dell’imposizione di un diktat alla corrente di Fitto da parte degli alti dirigenti azzurri, al quale sarebbe stato soltanto imposto di non sbilanciarsi su alcuni temi senza alcuna trattativa in merito.

La sfida per la leadership del centrodestra quindi si preannuncia come lunga, estenuante e senza esclusione di colpi. Ce la farà l’attualmente malandato partito berlusconiano a risorgere, dopo questa fase?

Giacomo Sannino

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