Go è un antico gioco di strategia cinese tra i più complessi al mondo in quanto presenta innumerevoli configurazioni delle pedine sulla scacchiera e strategie per arrivare alla vittoria.
A causa di queste sue peculiarità il go era stato fino ad ora considerato un gioco al di fuori della portata delle tecniche di machine learning sviluppate ad oggi: persino per un computer è impossibile conoscere tutte le combinazioni.
Di recente Deep Mind, azienda britannica che si occupa di intelligenza artificiale ha, però, creato un software in grado non solo di giocare a go, ma anche di insegnarlo destando grande stupore nel mondo scientifico. Il tool in questione si chiama AlphaGo ed é capace di sviluppare le strategie necessarie per eccellere nel gioco.
Il progetto per lo sviluppo di AlphaGo è iniziato nel 2014. Dopo essere stato messo a punto esso è stato testato contro altri programmi con intelligenza artificiale tra cui Crazy Stone e Zen. Il software ha disputato un totale di 500 partite di go perdendone solo una.
Nell’ottobre del 2015 AlphaGo disputò una partita contro l’allora campione europeo in carica Fan Hui sconfiggendolo 5 a 0. Questa fu solo la prima di una lunga serie di vittorie contro i maestri del gioco: il secondo al mondo Lee Sedol e il campione del mondo in carica Ke Jie vennero largamente sconfitti dal tool creato da Deep Mind.
Come è stato possibile tutto questo? AlphaGo ha appreso a giocare in maniera eccellente a go studiandone le partite. Dopo un’attenta analisi 231000 match disputati e di 6000 mosse di apertura il software è stato in grado di comprendere i segreti dell’antico gioco cinese e di mettere in difficoltà i migliori della disciplina.
Nonostante i risultati ottenuti siano stati superiori alle aspettative Deep Mind non si è fermata e ha sviluppato una versione di AlphaGo in grado di insegnare agli esseri umani come giocare a go. Lo strumento in questione si chiama AlphaGo Zero e si presenta sotto forma di sito web interattivo.
Fino a pochi mesi fa l’uomo programmava le macchine a proprio piacimento inserendo nei loro sistemi operativi i dati e i procedimenti necessari per far eseguire loro un compito ben preciso. Con l’avvento di AlphaGo il processo si è totalmente capovolto: ora non sono più gli esseri umani ad ”impartire istruzioni” alle macchine, ma l’opposto contrario.
Eugenio Fiorentino