A seguito della vittoria di SYRIZA in Grecia, le grandi promesse di Tsipras iniziano a far discutere i vertici dell’Unione Europea, preoccupati dinanzi all’eventualità di manovre ai danni della loro cara austerity.
Uno dei primi ad esprimersi è Jean Claude Juncker, presidente della Commissione Europea, che sfrutta un’intervista a Le Figaro per comunicare a Tsipras che «cancellare il debito della Grecia è escluso. Gli altri paesi della zona euro non lo accetterebbero».

Correttezza, quella di Juncker, o timore che anche altre Nazioni smettano di essere le pedine di un gioco al massacro?

«Accordi sono possibili, ma non cambieranno fondamentalmente ciò che è già messo in atto» è la sentenza di Juncker, che si dimostra contrario a qualsiasi rinegoziazione del debito greco; contrario, dunque, alle speranze che hanno convinto gran parte della popolazione greca a riporre fiducia nel giovane Tsipras. La dichiarazione del presidente della Commissione Europea è stata preceduta da un richiamo ai principi di rispetto, uguaglianza e correttezza – «Noi rispettiamo il suffragio universale in Grecia, ma la Grecia deve rispettare gli altri, le opinioni pubbliche e i parlamentari del resto dell’Europa» –, nel tentativo di legittimare il rifiuto alle richieste del governo di Tsipras.

Concorde alla posizione di Juncker è anche Martin Schulz, presidente del Parlamento Europeo, che quest’oggi è in Grecia per incontrare Tsipras e i leaders dei partiti concorrenti, tra cui il premier uscente Samaras. In un’intervista alla Bild, Schulz ha dichiarato che intende persuadere il nuovo Capo del Governo greco a considerare l’ipotesi di rimettere in moto l’economia del Paese obbligando i greci miliardari ed evasori a pagare le tasse – «Questo è fattibile a breve termine, e aiuta anche noi a Bruxelles a lottare contro l’evasione fiscale. Ed è sicuramente più facile da far accettare, che non un taglio del debito» afferma a tal proposito, ribadendo implicitamente il netto no di Juncker alla rinegoziazione.

Tsipras accetterà i consigli e le posizioni dell’Unione Europea? Sempre a Le Figaro, Juncker dice di aver avuto modo di parlare con Tsipras e che questi ha affermato di essere una sfida e non un pericolo per l’Europa – «Allora ho risposto che l’Europa non è un pericolo per la Grecia, ma una sfida» ha controbattuto il presidente della Commissione.
Le trattative iniziate quest’oggi, che vedono il premier greco al tavolo con Schulz, confermano un Tsipras non avverso all’Europa, ma disposto a collaborare e seguire una strada comune in cambio di «tempo per le riforme più ampie» promesse alla popolazione.
Non resta che attendere l’evoluzione della dinamica, che, solo a tratti, ricorda un braccio di ferro: da un lato l’austerity di Juncker, dall’altro la Grecia o, forse, la possibilità di un cambiamento.

Rosa Ciglio

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