Negli ultimi anni la musica rap, da sempre portatrice di messaggi sociali concreti grazie ad artisti che attraverso le loro liriche hanno saputo far emergere contenuti di spessore, ha visto il dilagare di nuove realtà meno impegnate, legate principalmente a esigenze commerciali. In una scena hip hop in (d)evoluzione, Angel Haze si è imposta come uno dei volti più interessanti rimanendo fedele alla linea del suo genere di riferimento.
In un mondo che ci ha indottrinati a reprimere i nostri sentimenti e all’omologazione, avere una prospettiva propria delle cose non è per niente facile. Essere se stessi significa in primis nutrire le proprie radici mettendo in pratica quanto vissuto e sentito senza condizionamenti esterni. Chi è autentico regala all’altro la sua essenza più pura.
Ciò che contraddistingue Raykeea Raeen-Roes Wilson – questo il nome di battesimo della rapper afroamericana – è l’aver messo in musica la sua quotidianità: Angel Haze dipinge nei suoi brani una tela fatta di difficoltà e continue sfide che ha dovuto affrontare nel corso del proprio tortuoso percorso di vita con le proprie forze, senza ingerenze altrui.
L’infanzia e l’adolescenza di Raykeaa sono state piuttosto tormentate. Nata e cresciuta in una comunità pentecostale di Detroit, ebbe un’educazione basata su dettami ferrei e rigide regole comportamentali. Ad aggravare la situazione frequenti episodi di violenze fisiche e abusi sessuali da parte di alcuni membri della setta religiosa.
Stanca dei continui soprusi, da adolescente decise che era giunta l’ora di dare una svolta alla sua vita trasferendosi con la madre a Brooklin. È nella Grande Mela che venne a contatto con l’universo rap: Raykeaa rimase talmente folgorata dalla musica di Eminem e Kanye West da iniziare a produrre i suoi primi brani di matrice hip hop.
Dopo una breve fase di formazione musicale con il nome d’arte di Angel Haze diffuse online le sue prime registrazioni. La nota etichetta discografica americana Universal – Republic Records, colpita dalla potenza del suo rap e dal purissimo talento per la scrittura, la mise sotto contratto consentendole di pubblicare il suo primo album in studio, ”Dirty Gold” (2013) a cui fece seguito ”Back to the Woods” (2015).
Denudarsi emotivamente e spogliarsi della proprie paure è un’impresa ardua, specialmente per chi come Angel Haze ha dovuto fare i conti con un passato dal sapore amaro. Per Raykeaa la musica assume un forte valore terapeutico: è nel rap che ha trovato la forza di comprendersi e raccontare al mondo la sua incredibile esperienza.
L’intento che si pone Angel Haze è essere la voce di chi non ha voce. L’accettazione di sé, le libertà personali, la ribellione contro qualsiasi forma di restrizione e la rivendicazione dei propri diritti sono le tematiche sulle quali è incentrata la maggior parte delle sue canzoni.
Al di là dei meriti musicali, l’artista si è da sempre dichiarata in prima fila per la difesa della dignità umana delle persone LGBTQ in un’America che ha deviato verso una linea più conservatrice. L’invito di Angel Haze è di reagire a un sistema che tende a schiacciare le differenze: l’uguaglianza deve essere il fondamento della società democratica.
Angel Haze si identifica come gender free e rivendica la libertà di non riconoscersi nel genere assegnato alla nascita. Il genere non è binario, è uno spettro: l’identità di genere è il modo di percepire soggettivamente la nostra persona e non sempre corrisponde al sesso biologico.
Riconoscere la propria identità di genere è fondamentale per ogni individuo in quanto interagisce con la percezione che si ha di sé e del proprio corpo, il vivere quotidiano, le relazioni affettive e il comportamento sessuale.
Raykeea ha più volte esortato le persone ad abbattere ogni tipo di etichetta ed essere semplicemente se stessi senza filtri. Non possiamo reprimere ciò che siamo ed essere ciò che gli altri si aspettano. Mostrare al mondo la propria unicità è l’unico modo per essere davvero liberi: questa la grande lezione di Angel Haze.
Vincenzo Nicoletti