La notte degli Oscar è finita, portando con sé grandi sorprese e piccole conferme.
L’ 88ª edizione dei premi assegnati dall’Accademy ha visto trionfare, infatti, Il caso Spotlight di Tom McCarthy per il miglior film e, soprattutto, Leonardo DiCaprio come miglior attore protagonista per The Revenant. Quasi tutto come previsto, insomma. Solito red carpet, soliti commenti su vestiti e scollature, luci, applausi, sipario.
Ciò che forse nessuno si aspettava era il discorso pronunciato da Leo DiCaprio, che ha sfruttato i pochi minuti dedicati ai ringraziamenti per fare un appello pro-ambiente in diretta mondiale. Dopo aver ringraziato tutto il team di The Revenant, Tom Hardy e il solito Martin Scorsese, l’attore ha dichiarato:
«Fare The Revenant ha significato lavorare sul rapporto fra l’uomo e il mondo naturale. Un mondo nel quale il 2015 è stato registrato come l’anno più caldo della storia. La nostra produzione ha dovuto spingersi fino all’estremità sud del Pianeta (Terra del Fuoco, ndr) per trovare la neve. Il cambiamento climatico è reale, sta succedendo in questo momento. È la minaccia più urgente per tutta la nostra specie e abbiamo bisogno di lavorare collettivamente insieme smettendo di procrastinare.»
Ad essere protagonista del film, infatti, è soprattutto una maestosa natura che si impone su tutto il resto e si mostra selvaggia e fragile in tutto il suo splendore: non è un caso che The Revenant abbia vinto anche gli Oscar per la miglior regia (al magistrale Iñárritu) e soprattutto per la miglior fotografia con Emmanuel Lubezki. E non è un caso che durante le riprese le condizioni ambientali siano state uno dei principali problemi: una natura incontaminata cercata davvero all’estremità del Pianeta (inizialmente si era scelto il Canada, poi ci si è spostati all’estremo sud argentino per il sopraggiungere del caldo primaverile) e una natura parimenti riscoperta potente e densa di vita proprio laddove l’uomo non mette piede. Nei boschi inesplorati, nei meno 30 gradi che hanno causato molti raffreddori e una bronchite per lo stesso DiCaprio, nei paesaggi ghiacciati che hanno portato alcuni membri della troupe ad abbandonare anzitempo le riprese, ma capaci di regalare scorci meravigliosi che è sempre più difficile trovare.
La lezione più importante che possiamo ricavarne è proprio questa: non è semplice retorica ambientalista, «climate change is real, it is happening right now». I problemi ambientali, dal cambiamento climatico all’uso del carbone, sono tanti.
Ma davvero serviva DiCaprio per ricordarcelo?
Cambiamenti reali, a partire dal referendum del 17 Aprile
Serviva, certo che serviva. Non per gli ambientalisti, non per i soliti noti, non per i comitatini di renziana memoria. L’ambientalismo è stato per troppo tempo visto come una battaglia di parte, settaria, nell’interesse di pochissimi bohémien della politica nostrana persi in vaghi romanticismi su una natura che non c’è più o troppo impegnati a rincorrere baleniere per i mari del globo. Quasi un interesse mondano, roba per chi non ha altro da fare che favoleggiare di ideali d’altri tempi e raccogliere firme per salvaguardare in modo imprecisato la salute collettiva. Contro quell’inceneritore o contro quell’antenna, con l’etichetta del NO perenne a qualsiasi iniziativa dietro l’angolo.
E allora certo che serve anche Leonardo DiCaprio. Benvenuto Leonardo DiCaprio! Redivivo questo DiCaprio se serve a rendere più personale e sentita una battaglia che trascende il singolo, come quella ambientale, e se porta a milioni di persone un messaggio che a suo modo è certo ben rivoluzionario. La tutela della natura è oggi sempre meno un messaggio per pochi intimi sognatori e sempre più una presa di coscienza collettiva intorno a un problema reale, che lungi dall’essere un settore, una piccola parte nel programma politico di un politico o poche righe sui principali quotidiani cartacei, è oggi un aspetto imprescindibile e totalizzante della vita dei cittadini.
In altre parole, oggi l’ambiente non può più essere ignorato, ed è un problema che non solo ha a che fare con la salute di tutti, ma che ben presto stravolgerà completamente il nostro stesso sistema economico. Quando Leonardo DiCaprio afferma su quel palco che «dobbiamo sostenere i leader di tutto il mondo affinché non si facciano portavoci dei grandi inquinatori, ma parlino per tutta l’umanità, per le popolazioni indigene di tutto il mondo, per miliardi e miliardi di persone svantaggiate là fuori», alle sue spalle probabilmente c’è questa presa di coscienza, la stessa che lo ha portato alle marce per il clima, a parlare ai vertici sull’ambiente alle Nazioni Unite, all’udienza con Papa Francesco il mese scorso.
Well done, Leo! Well done!
Ci sarebbe un certo referendum sulle trivelle il 17 Aprile, e purtroppo il nostro leader ha dimostrato di tenere poco all’ambiente e troppo ai grandi inquinatori.
Non è che ci daresti una mano, eh Leo?
Antonio Acernese