Da SEL ai Socialisti, la coalizione del Partito Democratico non è più una coalizione. In Campania il voto si avvicina, ma la nebbia, anche nella domenica delle Palme con il sole che illumina la Regione, è molto alta.
Il no di Nichi Vendola alla condivisione della candidatura di Vincenzo De Luca ha scosso il Partito Democratico, abituato a collaborare con SEL in più Regioni, come in Puglia, ma anche in Campania, dove alle elezioni di cinque anni fa proprio De Luca e Vendola siglavano l’accordo per candidarsi contro Caldoro.
Lo schema, questa volta, non si è ripetuto, perché Sinistra Ecologia e Libertà ha messo in campo la candidatura di Salvatore Vozza, ex sindaco di Castellammare di Stabia e personalità molto conosciuta soprattutto nel mondo democratico. Ex DS, è stato Deputato, ha militato nelle file del Partito Comunista Italiano. La sua candidatura è sostenuta dalle anime della sinistra: PRC, PDCI, GREEN, i giovani di ACT e il Partito del Lavoro.
Per Vincenzo De Luca le cose, però, non sono molto facili, oltre il veto di Nichi Vendola, ci sono anche le dichiarazioni di Debora Serracchiani che fanno vacillare la già complicata situazione: “Credo che ci siano circostanze in cui l’opportunità politica probabilmente dovrebbe far riflettere; l’ho detto anche in alcuni casi molto specifici e mi auguro che questo avverrà. Dopodichè credo che dobbiamo salvaguardare lo strumento delle primarie: ce ne sono migliaia di primarie andare bene, e sono state la dimostrazione di un rinnovamento non solo del partito democratico ma della classe dirigente di questo paese, quindi non possiamo rinunciarvi”. In ogni caso, la dichiarazione, se da un lato alza il polverone, dall’altro prova a fermarlo in partenza: “Le primarie sono state fatte: hanno votato 140 mila persone quindi anche una grande partecipazione e la condizione di De Luca era nota anche a chi andava a votare”.
Ma i problemi con i big nazionali del Partito Democratico ci sono e sono evidenti: Vincenzo De Luca appena eletto sarebbe sospeso dalla carica di Presidente di Regione per effetto della Legge Severino a causa della sua condanna in primo grado per abuso d’ufficio, ciò comporta un grave danno d’immagine per la campagna elettorale. Infatti, a Napoli, quando si sarebbe dovuta presentare la lista del Presidente, da Orfini a Guerini nessuno si è reso disponibile, per cui l’evento è saltato, scatenando l’ira interna allo staff di De Luca e creato grossi malumori nel PD.
E’ lo stesso Andrea Cozzolino ad attaccare la “ditta”, ha dichiarato: “abbiamo voluto con forza le primarie, un percorso al quale non c’è mai stata una vera alternativa ‘unitaria’; una scelta che si è rivelata vincente nonostante tantissimi nel Pd le abbiano violentemente osteggiate. Ma le primarie non risolvono da sole tutti i problemi politici e di altra natura. Occorre che in campo ci sia tutto il Pd nazionale e locale. La partita della Campania è decisiva per l’intero mezzogiorno. Esprimiamo grandissima preoccupazione per come il Pd si sta predisponendo ad affrontare questo appuntamento. C’è bisogno di un maggiore sforzo di sincerità, di coraggio, e di capacità di direzione politica. Il 31 maggio bisogna vincere, nessuno nel Pd può sfuggire a questo impegno di fondo. Ne va del destino di milioni di cittadini campani”.
Ad attaccare De Luca, comunque, ci pensa pure l’ex Ministro Corrado Passera: “In Campania la confusione regna sovrana – dice Passera, ieri a Napoli – Italia Unica non appoggerà nessun candidato alle regionali in Campania e Veneto”, perché, a giudizio di Passera, “non sono in campo liste indipendenti e civiche e non si parla ancora di programmi”. Complicato, a questo punto, ottnere la vittoria contro il centrodestra che, anch’esso, si trova in grosse difficoltà.