Un nuovo segno di speranza nella lotta alle mafie: un ulteriore bene confiscato alla camorra, nella zona di Santa Maria La Fossa, in località Ferrandelle, intitolato a Pio La Torre. 

Si tratta di un’area agricola di circa 13 ettari che fino al 2014 è stata vittima degli sversamenti illegali di rifiuti tossici, fino ad ospitarne circa 500 tonnellate. L’ex discarica era di “proprietà” di Francesco Schiavone, il boss dei casalesi, detto Sandokan per la sua somiglianza con l’attore Kabir Bedi che ne interpretava il personaggio. Schiavone ha imposto il suo potere soprattutto tra gli anni settanta e ottanta sul territorio di Casal di Principe, e ancora oggi è considerato il più pericoloso boss del clan dei casalesi. Venne arrestato nel luglio del 1998 mentre era nascosto in un bunker del suo paese, fu sottoposto al regime del carcere duro 41 bis e condannato all’ergastolo.

Segno di un’instancabile lotta alla camorra che alimenta ancora la speranza di chi ogni giorno si batte per guarire il cancro del territorio è l’acquisizione di un ulteriore bene che apparteneva ad un tanto spietato e pericoloso boss e, ancora, l’intitolazione di questo proprio a Pio La Torre, un uomo che diede la sua vita per sconfiggere le mafie. Una piccola rivincita su chi cerca di spegnere le voci più rumorose.

PioInfatti, fu Pio La Torre che il 31 marzo 1980 presentò alla camera dei deputati il disegno della legge Rognoni – La Torre, che, introdotta poi il 13 settembre 1982, prevedeva per la prima volta l’introduzione nel codice penale del reato di associazione di tipo mafioso, articolo 416 bis, e la conseguente confisca dei beni appartenenti a chi fosse accusato di tale reato.

Oggi grazie ad una continua lotta contro le mafie e a Libera che ha continuato l’impresa iniziata da Pio La  Torre per quanto riguarda i beni confiscati, anche l’edificio di cui Sandokan si era impadronito nella zona di Santa Maria La Fossa  è stato finalmente restituito alla comunità. Il CEDA, “Centro di educazione e documentazione ambientale”, da discarica abusiva, luogo della malattia del territorio, sarà trasformato in un’isola ecologica e qui sarà dato inizio alle attività dell’impianto di biogas per il trattamento dei reflui zootecnici. Il polo ambientale e tecnologico di Santa Maria La Fossa rappresenta il più importante investimento su beni confiscati alle organizzazioni criminali d’Italia: ben 10 milioni di euro, 9 dei quali investiti dalla società Power Rinasce del gruppo Intercantieri Vittadello, e 1,5 milioni investiti da Agrorinasce, con fondi del Ministero dell’Interno.

“Donare alle comunità locali un bene sequestrato alle mafie è il colpo più duro che si può infliggere alla criminalità organizzata” ha affermato alla cerimonia Franco La Torre, figlio di Pio.

Ilaria Cozzolino

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