Un nuovo attacco consegue le vittorie dell’ISIS: ad Homs, nella regione della Siria centrale, una trentina di uomini sono rimasti uccisi a seguito dell’esplosione di un giacimento di gas di al Shaer, riconquistato dalla Siria dopo i combattimenti estivi. Le vittime erano militanti fedelissimi al regime siriano di Bashar al Assad, come cita l’Osservatorio siriano dei diritti umani.

Le minacce dell’ISIS contro gli stranieri

Le notizie di terrore non vengono mai sole d’altronde, e nelle ultime ore lo stato di allerta verso la minaccia ISIS si sta consolidando soprattutto per i residenti occidentali che abitano nel territorio del califfato. Nel mirino della jihad potrebbero esserci le scuole straniere, come rivelano fonti del SITE che si occupa di monitorare on-line l’estremismo islamico: si vorrebbe “seminare il panico e costringere i diplomatici stranieri ad andarsene”, e per fare ciò l’ISIS avrebbe richiamato alla guerra i “lupi solitari” col compito di provvedere all’uccisione degli insegnanti stranieri nei paesi musulmani. Particolarmente colpiti dall’imminente agguato sono gli egiziani, che hanno di recente subito un attentato contro le forze armate; l’ambasciata americana con sede al Cairo mette in guardia: “Siti jihadisti hanno recentemente incoraggiato attacchi contro scuole ed insegnanti americani e occidentali in Medio Oriente, menzionando in particolare Gedda in Arabia Saudita e il quartiere di Maadi al Cairo come possibili obiettivi”. Di vitale importanza sarà concentrare le forze nella sicurezza del Cairo American College, istituzione che conta circa 800 studenti di diverse nazionalità.

Le preoccupazioni americane

Dichiarazioni arrivano anche da Jeh Johnson, Segretario alla sicurezza interna: “Ho dato indicazioni al Servizio di protezione federale di rafforzare presenza e sicurezza in edifici governativi a Washington e altre grandi città.” Una misura delicata decisa anche in seguito ai “continui appelli di organizzazioni di terroristi intenti a compiere attacchi nel Paese e altrove, comprese azioni contro le forze di sicurezza e funzionari governativi, e gli atti di violenza che hanno preso di mira personale e strutture governative in Canada e altrove.”

La parola d’ordine del Segretario sarebbe quindi “prudenza”, come afferma in nome del suo stato: “Dati gli avvenimenti nel mondo, la prudenza impone di un rafforzamento della vigilanza a protezione delle strutture del governo e del nostro personale.” Una diffusa nota dal Dipartimento di sicurezza fa emergere che il servizio di protezione federale garantisce a 9.500 strutture una barricata anti-terrorismo; in queste, ogni giorno circa 1,4 milioni di persone potrebbero essere a rischio a causa della folle mentalità che sta attuando paura e scempio nell’intero mondo.

La battaglia di Kobane: ISIS contro curdi

Nel frattempo, dal nord Iraq i primi 150 miliziani curdi si affrettano nella marcia verso Kobane, cittadina ai confini della Turchia ancora sotto assedio dell’ISIS. Al britannico John Cantlie l’arduo compito di rilasciare l’informazione della smentita di ritirata jihadista dal territorio. Cantlie è stato rapito nel 2012 insieme al reporter James Foley, decapitato lo scorso agosto. Dei 150 peshmerga, 80 sono in viaggio su camion carichi di artiglieria, diretti per la Siria orientale. Altri 70 sono invece in attesa di partire il 30 ottobre per via aerea. Mentre la coalizione americana, continua imperterrita nel lancio dei raid aerei proprio nella zona di Kobane, allo stesso tempo, la tensione aumenta di fronte alle news di trovarsi di fronte una nuova capacità irachena: quella utilizzata proprio per via aerea, avvenuta già a Baiji; l’ISIS è riuscita nella distruzione di un elicottero provocando la morte di tutto l’equipaggio.

Proprio in merito alla questione, un’anonima fonte americana dichiara che sulla base delle esperienze precedenti, i missili potrebbero cambiare l’equilibrio del conflitto nella zona”, esplodendo in una guerra più coinvolgente, che potrebbe rafforzare la serie di attentati islamici in tutto il mondo.

Alessandra Mincone

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