”Nel corso delle ultime due settimane, la Commissione ha svolto consultazioni con alcuni Stati membri per richiedere ulteriori informazioni o per evidenziare alcuni problemi iniziali relativi ai documenti programmatici di bilancio che hanno presentato. Voglio annunciare con piacere il fatto che questi Stati membri hanno risposto in modo costruttivo alle nostre preoccupazioni.”
È questo quello che si legge nel comunicato ufficiale del commissario UE agli affari economici, Jyrki Katainen, che di fatto dà via libera alle manovre dei cinque Stati considerati a rischio di “seria violazione”: Italia, Francia, Malta, Slovenia ed Austria.
Bruxelles sembra essere stata convinta dalle correzioni annunciate dal governo nella lettera, resa pubblica ieri, e inviata dal ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, in cui ha affermato che il miglioramento complessivo del deficit atteso per il 2015 è pari a circa 4,5 miliardi di euro, cifra che porta l’indebitamento netto nominale al 2,6% del PIL, sostanzialmente in linea con quanto richiesto dalle istituzioni europee; proprio il portavoce del commissario finlandese Katainen aveva definito ”costruttivo” il comportamento dei governi di Parigi e di Roma.
Un buon risultato anche per i nostri ”cugini” francesi che, inaspettatamente, scampano alla temutissima bocciatura anche se dovranno affrontare un impegno maggiore da 3,6 miliardi.
Padoan si è detto soddisfatto per il riconoscimento della coerenza del nostro budget con il quadro regolatorio dell’Unione Europea ma ha anche sottolineato l’importanza di compiere nuove riforme.
Tutto questo comporterà un ulteriore sforzo per far calare il deficit strutturale dello 0,3% del Prodotto interno lordo (PIL). Si tratta di mettere altri 4,5 miliardi per avvicinare il pareggio strutturale, seppure la correzione sarà inferiore allo 0,5% del Pil previsto dai patti europei.
Lo sforzo fatto sul deficit “permette di mantenere un equilibrio non facile, su cui il governo continua a lavorare, tra continuazione del risanamento delle finanze pubbliche e stimolo alla crescita” afferma il ministro dell’Economia davanti alle commissioni bilancio di Camera e Senato proprio oggi che il Consiglio dei ministri ha dato il via libera all’aggiornamento degli obiettivi di finanza pubblica (il DEF), stilati a settembre.
Le misure adottate si concretizzano in 3,3 miliardi che arriveranno dal fondo per la riduzione della pressione fiscale; 500 milioni dalla riduzione delle risorse per il cofinanziamento dei fondi strutturali UE e 730 milioni dall’estensione dell’inversione contabile IVA al settore della grande distribuzione; quest’ultima misura, però, è subordinata al rilascio della deroga da parte della UE.
Per l’Italia si tratta, però, di un successo a metà poiché la vera sfida che dovrà affrontare il nostro paese sarà il 30 novembre quando la nuova Commissione UE dovrà adottare le raccomandazioni relative ai singoli Paesi; infatti altri rilievi potranno arrivare dai nuovi giudizi con la firma di Jean Claude Juncker e non più di José Manuel Barroso.
Lo scoglio più duro, per Italia, Francia, Malta, Slovenia e Austria, i Paesi per cui la Commissione uscente aveva rilevato rischi di possibili gravi violazioni del patto di stabilità e crescita, è comunque superato.
Fabio Palmiero