“TRACCE DI CULTURA”: recensione mostra “Boldini, lo spettacolo della modernità – Dai macchiaioli a Parigi”
Musei di San Domenico, Forlì, dal 1 febbraio 2015-al 14 giugno 2015
Una grande mostra ai musei di San Domenico a Forlì intitolata “Boldini e lo spettacolo della modernità”, una bellissima retrospettiva dedicata a Giovanni Boldini. Nella rassegna sono presenti 200 quadri del pittore ferrarese e 50 opere di artisti che si sono potuti confrontare con la pittura di Giovanni Boldini: Van Dick, Goya, Degas, Helleu, Modigliani, De Nittis, Corcos, Zandomeneghi, De Tivoli, Cecioni, Signorini. Una mostra ampissima quindi, con tantissime opere da gustare grazie alla curatrice Francesca Dini e Fernando Mazzocca, con la direzione generale di Gianfranco Brunelli e la collaborazione di Antonio Paolucci.
La fondazione e i musei di San Domenico continuano così nella loro esplorazione della cultura figurativa dell’800 e del ‘900. È la decima rassegna artistica allestita nella città romagnola, che si è collocata fra le prime cinque città italiane per mostre di alto livello. Giovanni Boldini ebbe un enorme successo nella sua epoca, specialmente in Francia, e divenne amico di personalità influenti quali Proust, Degas e i fratelli Goncourt; era richiestissimo nei salotti di tutta Europa e fu apprezzato per quel suo fiuto nel sapere imprimere su tela la realtà che lo circondava, sapeva egli cogliere quel “mood”, quelle atmosfere dell’epoca. In questa mostra non ci sono solo i dipinti di Boldini ma anche la sua straordinaria produzione grafica tra disegni, acquarelli e incisioni.
Di grande interesse le opere realizzate a Firenze dove soggiornò dal 1864 e dove sviluppò la sua tematica di evoluzione riguardo il movimento dei cosiddetti “macchiaioli”ponendovi la sua impronta; ecco quindi il titolo della mostra che è “dai macchiaioli a Parigi”. Nel 1869 Boldini si recò a Londra e nel 1872 si stabilì definitivamente a Parigi, dove la vita mondana e la vitalità della capitale francese lo rapirono. La sua arte entrò così con la sua dinamicità e perfezione nel xx secolo divenendo uno dei più grandi pittori italiani dell’800 e del ‘900. La novità di questa mostra è la riscoperta della prima stagione pittorica del pittore ferrarese, ovvero quella relativa al periodo trascorso a Firenze tra il 1864 e il 1869; in questo periodo Boldini si dedicò appunto alla realizzazione di scene di vita agreste e paesaggi toscani avvicinandolo appunto alla tematica dei “macchiaioli”, che lui comunque sviluppò in maniera personale.
La mostra si chiude con una sezione dedicata al ritratto mondano di donne e uomini dell’epoca, un genere dove Boldini divenne il maestro per eccellenza. L’ultima novità della mostra riguarda il confronto tra il pittore e le opere scultoree di Paolo Tranbetzkoy in un confronto iconografico assolutamente interessante e che spinge a vedere questa bellissima mostra anche solo per questa chicca.
Daniela Merola