Confermato il ruolo di Xylella Fastidiosa nell’epidemia degli ulivi salentini. Si può riassumere così l’esito dello studio dall’Istituto per la Protezione Sostenibile delle Piante del CNR e divulgato dall’EFSA (Ente Europeo per la Sicurezza Alimentare), necessario per diversi motivi.
Innanzitutto mettere a tacere le incombenze mediatiche della questione. Infatti, nonostante la patologia sia purtroppo ben conosciuta a livello scientifico, la mole di notizie prive di fondamento apparse a tutti i livelli e con qualunque mezzo ha creato confusione e allarmismi arrivando a descrivere Xylella non per quello che è (un pericoloso patogeno), ma come una montatura creata per favorire complotti più o meno bizzarri.
Secondo poi l’inchiesta della procura di Lecce che, più o meno come sopra considerava Xylella alla stessa stregua andando ad indagare questioni poco rilevanti dal punto di vista scientifico, unica via per una risoluzione di un problema gravissimo che rischia tutt’ora di mettere in ginocchio un intero settore.
L’esperimento parte dall’individuazione di un particolare ceppo del batterio Xylella (ceppo De Donno), individuato in un vecchio olivo sintomatico.
Il contagio artificiale avviene in due modi diversi, con inoculo diretto delle piante in serra e tramite l’insetto vettore, l’ormai famosa ‘Sputacchina’ (Philaneus spumaris).
In questa maniera si riesce a seguire l’andamento graduale dell’infezione, le aree della pianta più sensibili all’infezione da Xylella e soprattutto il ruolo dell’insetto vettore.
Perché il ruolo dell’insetto vettore è così importante? Perché probabilmente sarà la chiave di volta nella lotta a Xylella. Sarà fondamentale infatti contenere la popolazione di Philaneus per debellare l’infezione, sia con mezzi chimici, che ad esempio introducendo un predatore specifico, tecnica già adottata altre volte con successo, non ultimo nella lotta ad un particolare parassita del castagno.
Lo studio si è rivelato importante anche per aver dato conferma del coinvolgimento di un solo ceppo di Xylella nell’infezione (ST53), questione che era ancora poco chiara, ed è stato allargato anche ad altre tipologie di piante, permettendo così di comprendere la variabilità della stessa epidemia.
Il risultato finale è positivo, dato che un anno dopo le piante inoculate in serra hanno mostrato gli stessi sintomi di quelle in campo.
A questo punto la lotta a Xylella può riprendere potendo contare su fondamenti scientifici definitivi. Soprattutto può riprendere lasciandosi dietro l’indagine della procura, che si potrebbe definire addirittura dannosa, ma è meglio lasciar stare.
Ora ci si chiederà se basta uno studio specifico e di alto livello per mettere a tacere tutto e permettere al campo prettamente scientifico di affrontare la questione e, tutti ci auguriamo, di risolverla.
La risposta non è così scontata perché l’epidemia di Xylella e il dramma, perché questo è, degli ulivi pugliesi è diventata una questione che ormai prescinde dalla sua natura, ovvero quella delle metodiche agricole e scientifiche.
Non dobbiamo sottovalutare il fatto che la questione Xylella è ormai inserita in un contesto di disagio generale dove esiste chi è in grado, a livello mediatico, di individuare alcuni capisaldi da presentare con maestria per muovere le cosiddette ‘masse’. Nella maniera che più ritiene opportuna ovviamente, ovvero quella dell’allarmismo e della fuga incontrollata di notizie dove poi quello che è vero e quello che è falso non si distinguono più. Che poi è lo scopo principale di tutto ciò.
E’ un elemento questo che vediamo spesso prevalicare la legge e la costituzione ma che è in grado persino di scavalcare la scienza, costringendo a sforzi ulteriori, esattamente come avvenuto nel caso di Xylella e degli ulivi.
Probabilmente questo ulteriore esperimento non sarà nemmeno sufficiente a scavalcare tutto, magari ne saranno necessari degli altri. Intanto il tempo stringe e la patologia degli alberi avanza inesorabile.
Oggi la società funziona così, sarà curioso quando la ricerca dovrà affrontare per ogni cosa due questioni in maniera parallela. Quella del laboratorio e delle prove scientifiche e quella della gazzarra mediatica.
http://www.lescienze.it/news/2016/03/30/news/xylella_olivi_patogeno_conferma_efsa_insetto-3033824/
http://www.efsa.europa.eu/it/press/news/160329
Mauro Presciutti