I ROS sono una band originaria di Montepulciano in provincia di Siena nata nel 2015 grazie alle esperienze congiunte di Camilla Giannelli (voce/chitarra elettrica), Kevin Rossetti (basso elettrico) e Lorenzo Peruzzi (batteria).
Il ”power trio” toscano, dopo due anni di gavetta, ha deciso di partecipare all’undicesima edizione di X Factor. Sul palco del noto talent show di Sky, i tre ragazzi della Valdichiana hanno saputo farsi conoscere e apprezzare dal pubblico e dai giudici della gara, uscendone semifinalisti.
In quattordici live e sette puntate, hanno resistito a ben tre ballottaggi. È per questo motivo che il giudice (e frontman del gruppo Afterhours) Manuel Agnelli li ha definiti gli ”Highlander di X Factor”.
Dopo l’esperienza a X Factor, che ha dato loro visibilità e soprattutto maturazione artistica, i ROS hanno deciso di intraprendere un tour nazionale con diverse tappe, tra cui Treviso, Firenze, Parma, Teramo e Roma.
La redazione di Libero Pensiero News ha avuto il piacere di scambiare due chiacchiere con i tre componenti della band che hanno gentilmente risposto ad alcune domande. Di seguito l’intervista completa.
Come avete sviluppato il vostro interesse per la musica? Quali sono stati i vostri percorsi musicali prima di dar vita ai ROS nel 2015?
«Il nostro approccio alla musica è avvenuto nell’infanzia in maniera del tutto naturale, quando la musica si ha dentro prima o poi viene fuori con tutta la sua energia e entra con violenza a far parte della tua vita. Tutti e tre abbiamo iniziato a suonare i nostri strumenti con diverse formazioni fin dall’adolescenza, abbiamo studiato e dedicato tutto il nostro tempo ad essi, fino a decidere, una volta pronti, di creare una band su cui puntare tutte le nostre ambizioni.»
Cosa significa l’acronimo ROS?
«ROS era solo inizialmente un acronimo che stava per “Revenge on Stage” (riscatto sul palco). Erano infatti in pochi a credere in noi e al mondo in cui volevamo immergerci e, pian piano, il nostro percorso si è davvero trasformato in un riscatto, in una rivincita. Il nome, dati anche i testi in italiano, è diventato poi un riferimento al rosso e alle sue sfumature, colore intenso e sensuale, come la nostra musica.»
Cosa vi ha spinto a partecipare all’edizione di X Factor 2017? Ritenete che i talent show siano un buon trampolino di lancio per artisti emergenti?
«Ci ha spinti la voglia di darci una definitiva spinta verso il mondo della musica. Non è facile emergere e darsi visibilità se non si vive in città e non si hanno agganci. X Factor si è rivelato una valido trampolino di lancio che va sfruttato al meglio. Ciononostante bisogna lavorare sodo e non lasciare mai la presa: nel nostro caso ha funzionato.»
Sul palco avete dimostrato di essere una band di ispirazione punk e rock, ma allo stesso tempo di saper coniugare diversi stili ed esperienze musicali. Quali sono i cantanti e i gruppi da cui traete ispirazione?
«Ci piace avere un’identità tutta nostra, poco riconducibile ad altri artisti. Ovviamente non possiamo non nominare i grandi pilastri del rock moderno White Stripes, Rage Against The Machine, Foo Fighters, Muse, Arctic Monkeys dei quali abbiamo consumato i dischi. Da nominare, di certo, anche la linea del rock italiano percorsa da Verdena, Prozac+, Afterhours, in cui cerchiamo di inserisci con uno stampo tutto nostro.»
Avete saputo creare un contesto sonoro elegante e allo stesso tempo grezzo grazie alla raffinatezza della timbrica vocale femminile e all’utilizzo degli strumenti in modo prorompente. Cosa volete trasmettere attraverso i vostri brani?
«Vogliamo trasmettere energia, potenza, spigliatezza, voglia di superare i limiti e di realizzare le proprie ambizioni, libertà. Tutto condito, appunto, da una vena raffinata, femminile e sensuale che dà vita all’equilibrio su cui si posa il nostro stile, elegante e forte, proprio come il rosso.»
Quali sono i vostri progetti futuri? Come vi vedete tra qualche anno?
«Per il momento stiamo saltando da un palco all’altro dell’Italia e non chiediamo di meglio. La nostra musica vive di live, brucia in concerti dal vivo, è fatta apposta per questo. Abbiamo in programma anche vari opening a grandi band internazionali tra cui i Bad Religion. Di certo non tralasciamo l’attività in studio: il singolo è pronto e sarà seguito da un album curato nel dettaglio che rappresenterà in pieno tutto quello che siamo.»
Vincenzo Nicoletti