Da questa mattina, all’Università degli Studi di Salerno che ha sede a Fisciano, i lavoratori e le lavoratrici addetti alle pulizie, assieme ai militanti di Link Fisciano, sono in presidio. L’agitazione è dovuta ad un possibile rischio di riduzione di circa la metà delle ore settimanale di impiego e dei relativi salari, a causa del passaggio di stazione appaltante: la Gioma Facility Management ha vinto in modo provvisorio l’appalto con un ribasso del 40,6%. Questo si ripercuote sui lavoratori e probabilmente, sulla qualità del servizio reso. Le condizioni di lavoro che sono nell’accordo non tengono conto della dignità e dell’umanità che il lavoro stesso dovrebbe garantire.

La situazione è degenerata subito dopo l’arrivo dei principali sindacati che, a differenza dei militanti di Link, si sono presentati solamente nel primo pomeriggio: un lavoratore, infatti, minaccia di lanciarsi dall’ultimo piano del rettorato, in caso il rettore non si presenti al presidio. Sul posto sono subito accorsi i Pompieri, una camionetta per la rianimazione ed un’ambulanza, poiché alcune persone presenti alla protesta hanno avuto un malore. Ma questa è solo la conseguenza delle dinamiche che sta adottando la fondazione: 160 lavoratori rischiano di perdere il posto di lavoro, mentre altri addetti alle pulizie sono in preda alla paura che la fondazione possa minacciarli ed obbligarli a firmare un contratto di lavoro a tempo determinato per la durata di un mese.

Vogliamo lanciare quest’appello ai vertici della Fondazione Unisa non solo per esprimere solidarietà nei riguardi del personale delle pulizie, ma anche per chiedere che si faccia tutto il possibile affinché il cambio di società appaltatrice non pregiudichi i livelli salariali e qualitativi del servizio“- hanno dichiarato gli studenti e le studentesse di Link Fisciano -“come studenti abbiamo assistito ad una serie di tavoli di contrattazione tra l’azienda vincitrice del bando, i sindacati e i lavorati. Crediamo sia necessario iniziare un percorso di mobilitazione e solidarietà nei confronti dei lavoratori e delle lavoratrici.

Ana Nitu

 

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