Va al polacco Kwiatowsky la gara elite maschile di ciclismo, disputatasi quest’anno sul circuito di Ponferrada, in Spagna. Il corridore dell’ Omega Pharma-Quickstep ha conquistato il titolo di campione del mondo vincendo la medaglia d’oro, precedendo sul traguardo l’australiano Gerrans e lo spagnolo Valverde.
Sul circuito di 18.2 Km, da ripetere per ben 14 volte (254.8 km complessivi) Michal Kwiatkowski è stato bravo ad agire nel momento clou della gara: a sette chilometri e mezzo dal traguardo si lancia su un gruppettino di attaccanti composto da quattro elementi, tra cui un brillantissimo Alessandro De Marchi, per poi involarsi da solo lungo la discesa che portava all’iride, scollinando con 9 secondi di vantaggio sul gruppo dei migliori: Gilbert e Valverde trovano lo spunto giusto, ed insieme a Gerrans provano a riprendere Kwiatkowski: generoso l’attacco del belga ex campione del mondo, con lo spagnolo, come al solito, sempre a ruota senza dare nessun cambio. Si tratta del primo successo in assoluto per la Polonia in un campionato del mondo su strada: dopo vari piazzamenti alle classiche del nord disputatesi quest’anno (come miglior piazzamento due terzi posto: alla Freccia Vallone ed alla Liegi – Bastogne – Liegi), il polacco vince meritatamente, e bissa il mondiale juniores a cronometro conquistato nel 2008.
Per quanto riguarda il capitolo Italia, prova bicolore per gli uomini del commissario tecnico Davide Cassani. Mentre le prime ore di gara sono state caratterizzate principalmente dalla caduta di Vincenzo Nibali (botta al fianco sinistro, già dolorante) gli azzurri si svegliano nella seconda parte di gara: prima Aru (talento puro quello del sardo, che ha stupito ancora una volta dopo una favolosa Vuelta) e poi Visconti danno lo scossone decisivo alla gara, facendole prendere fuoco. Ma a meritare un 10 in pagella è però Alessandro De Marchi (l’altro protagonista italiano al Tour De France, dietro lo Squalo di Messina): un po’ inaspettatamente, forse, De Marchi si è trovato a lungo in testa ad un gruppo con altri 3 corridori (Gautier, Andersen e Kiryienka), venendo ripreso solo ai 7.5 Km dall’arrivo dal poi campione del mondo; a fine gara il corridore della Cannondale ammetterà il suo stupore per la vita lunga della fuga e della mancanza di gambe per contrattaccare Kwiatowsky. Un peccato per la spedizione azzura, un po’ molle nel momento più importante della corsa in verità, che contava in una medaglia per salutare dignitosamente il compianto c.t Alfredo Martini: alla fine il migliore degli italiani è Sonny Colbrelli al tredicesimo posto.
Deludono, invece, Cancellara e Peter Sagan: Spartacus, che quest’anno ha rinunciato alla prova contro il tempo (vinta da Sir. Wiggins) non è stato mai, praticamente, in gara nonostante alcuni suoi compagni di squadra abbiano provato a sondare il terreno per un suo attacco (primo fra tutti, Albasini), chiudendo solo in undicesima posizione. Lo slovacco Sagan invece non era nella miglior condizione fisica (da un bel po’ da questa parte, in verità) e scompare anche, addirittura, dalla top20.
Onore al merito, dunque a Kwiatowsky, che succede nell’albo d’oro al portoghese Rui Costa, vincitore l’anno scorso nella prova di Firenze.
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Domenico Morlando