ACERRA – Il prossimo 18 dicembre verrà ripreso ulteriormente , dinnanzi al giudice dell’udienza preliminare del tribunale di Nola, Aurigemma, il processo in camera di consiglio, contro i 62 dipendenti comunali locali, diffamati di assenteismo. L’ennesima udienza è avvenuta martedì , durante la quale , solo una parte dei difensori si è disposta della facoltà di discutere riguardo le posizioni dei propri assistiti, per i quali per adesso vale, ad ogni modo, l’ipotesi d’innocenza,fino a condanna definitiva passata in giudicato . Solamente dopo il 18 dicembre , si saprà come si concluderà la vicenda degli indagati, parte dei quali saranno rinviati a giudizio, nutrendo della facoltà di scegliere di essere giudicati in abbreviato o in ordinario , affinché si possa far luce su una una vicenda che a definirla bislacca è davvero poco. Ovviamente tra gli impiegati si diffonde la tensione che accresce giorno dopo giorno . Ma il paradosso continua a sussistere. La ragione quale sarebbe ?
Il tutto è spiegabile dal momento che nel corso dell’ultima udienza camerale , i difensori imperterriti hanno cercato di dimostrare la loro innocenza , l’infondatezza del castello accusatorio, il quale si basa su una lunga sequenza di immagini registrate dalle telecamere nascoste, dalle quali si può notare che alcuni dipendenti timbrano vari cartellini ,senza mai verificare la presenza corporea dei titolari di quei cartellini. Ciò nondimeno l’amministrazione Lettieri,che della legalità e trasparenza ha fatto il suo pezzo forte ( tanto che ha posto i vetri trasparenti dinnanzi alle stanze degli uffici comunali , giustificando l’atto con la tutela della salute degli stessi impiegati ) , ha deciso di costituirsi parte civile contro gli impiegati comunali , non ricordandosi che tra i massimi collaboratori del primo cittadino ,c’è uno dei dirigenti già rinviato a giudizio. Fatto sta che nella città che diede natali a chi per primo indossò la maschera di Pulcinella,leggi e norme valgono per i nemici ed interpretate per gli amici , ne comporta che i più deboli pagano, cioè in caso di una condanna di primo grado , rischiano di perdere il posto , provocando un danno irreversibile visto che le leggi non accettano deroghe. Forza e coraggio , nell’attesa che il giudice dell’udienza preliminare decida l’esito, che dia torto o ragione , un esito ci sarà . In tutto ciò la tensione serpeggia intensamente tra gli indagati .
Marianna Allocca