“È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana”.

È sulla base dell’articolo 3 della Carta Costituzionale che Libera Campania e Consorzio Mediterraneo sociale, hanno realizzato il primo presidio tematico in Campania: “Libera il welfare“.

L’assemblea fondativa, svoltasi il 27 ottobre c.a., ha visto protagonisti Salvatore Esposito, Presidente del Consorzio Mediterraneo Sociale, insieme al comitato tecnico scientifico del Consorzio alla presenza di Fabio Giuliani, referente di Libera Campania e Antonio D’Amore Coordinatore di Libera Napoli.
Queste due associazioni di spicco nel quadro nazionale sembrano essere le uniche che dopo diverso tempo portano alla ribalta sul territorio italiano e campano un progetto di così ampio sviluppo e respiro che ha come pilastro portante il tema della differenza di genere.

Da un lato, la volontà da parte del Consorzio Mediterraneo sociale, che osserva con un occhio di riguardo la difficile situazione del meridione e, attraverso una rete di imprese no profit e piccoli imprenditori, cerca di promuovere programmi di attività sociali ed economiche produttive ed inclusive, e dall’altro l’associazione Libera che da anni impegnata nella lotta alla criminalità, cerca di favorire la cultura della legalità e costruire una solida base per progetti di lavoro e sviluppo sociale, cercando di creare una rete di valori comuni che siano diffusi e condivisi dalla maggior parte.

Il sistema sociale che vuole garantire l’utilizzo dei beni ritenuti indispensabili, il welfare appunto, oggi è pericolosamente in bilico per la situazione di progressivo impoverimento da parte delle famiglie e dei singoli cittadini. Nonostante a gran voce vengano sottolineati segnali di ricrescita nel PIL, la campagna Miseria Ladra, promossa dalla stessa Libera e dal Gruppo Abele, dimostra come un italiano su quattro è costretto a vivere in una condizione in cui la dignità umana viene calpestata e come il Sud Italia, in generale, risulta il più colpito dalla crisi.

Con la volontà di dare risposte chiare e concrete, senza rimanere a guardare uno scenario che potrebbe diventare ancor più disastroso, il progetto vuole ricercare e praticare ” un nuovo modello di sviluppo sostenibile e libero da mafie e corruzione”.
Libera il welfare è stato dedicato alla memoria di Rita Atria, testimone di giustizia che, dopo la strage in Via D’Amelio, decise di suicidarsi.
Ora che è morto Borsellino, nessuno può capire che vuoto ha lasciato nella mia vita. Tutti hanno paura ma io l’unica cosa di cui ho paura è che lo Stato mafioso vincerà e quei poveri scemi che combattono contro i mulini a vento saranno uccisi.”

Furono queste le dolorose riflessioni scritte da Rita Atria, dopo aver appreso dell’accaduto.
Ma il suo pensiero e il suo coraggio sono racchiusi in altre parole che infondono, una flebile speranza di possibile cambiamento: “Forse un mondo onesto non esisterà mai, ma chi ci impedisce di sognare.
Rendere la flebile speranza, una vittoria, grazie a queste associazioni, forse si può.

Alessandra Vardaro

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