Un lato del motorsport mondiale comprende l’endurance, tipologia di gara e/o campionato che, rispetto alla F1, ha la prerogativa della durata ed è proprio per questo che, nonostante il suo sviluppo negli ultimi anni, continua ad essere ignorata dai non addetti ai lavori.
Il mondo dell’automobilismo si riscopre ogni volta nei suoi aspetti più svariati, ed i primi ad accorgersi che motorsport non vuol dire per forza “a ruote scoperte” sono forse gli stessi piloti, alcuni addirittura rinati dopo le esperienze negative in F1.
Recente è stato il caso dell’australiano Mark Webber, che lo scorso 21 novembre, dopo la 6 ore del Bahrain, si è laureato campione del mondo WEC 2015. Un traguardo che vale più di tanti successi sfiorati nella classe regina, disputata negli ultimi anni in Red Bull sempre nell’ombra dell’impressionante talento di Sebastian Vettel.
A quasi quarant’anni Webber ha raggiunto il tetto del mondo, per la prima volta così in alto. Un primo posto condiviso, sì, con gli altri due membri dell’equipaggio Porsche Timo Bernhard e Brendon Hartley, ma che ha tutto il sapore di una rivincita personale. A Sakhir la casa di Stoccarda ha conquistato la sesta vittoria consecutiva su otto gare, confermando così anche il titolo costruttori. Cannibale, cinica, così performante e veloce da riuscire ad intascarsi anche il titolo costruttori GT con le 911 RSR e il mondiale piloti GT con Richard Lietz.
L’esperienza di Webber è costruttiva e ha tutti i requisiti che la rendono l’esatto corrispettivo del calcio giocato negli States o in Oriente, quello che, cioè, inizi a seguire perché c’è Pirlo o perché Lippi allena il Guangzhou.
Il Campionato del Mondo Endurance FIA (World Endurance Championship) al momento è la maggiore competizione per vetture Sport Prototipo e Gran Turismo, organizzato dall’Automobile Club de l’Ouest (ACO) e disciplinato della FIA. Si svolge regolarmente dal 2012, secondo un calendario di otto gare comprendenti la 24 ore di Le Mans e, solo da quest’anno, altri sette appuntamenti di sei ore ognuno. I metodi di assegnazione dei punteggi rispettano in parte il computo utilizzato per la F1. A questo si aggiungono 0,5 punti ai piloti (o sarebbe meglio parlare di equipaggi) che non rientrano fra le prime dieci posizioni e un punto per la pole conquistata. Unica eccezione la 24 ore di Le Mans, in cui tutti i punteggi vengono raddoppiati.
Come già anticipato, nella serie concorrono diverse classi di autovetture, dagli Sport Prototipi (LMP) alle vetture Gran Turismo (LM-GTE), basate su automobili derivate direttamente dalla produzione di serie (e quindi meno performanti). Ragion per cui vengono assegnati i titoli di Campioni del mondo Endurance FIA ai Piloti ed ai Costruttori esclusivamente per la categoria LM-P1. Al vincitore della classe LM-GTE viene attribuita una Coppa del mondo Costruttore, inoltre la FIA assegna diversi Trofei Endurance alle migliori squadre delle classi LM-P2, LM-GTE Pro e LM-GTE Am, nonché alla migliore squadra privata di classe LM-P1. Nelle gare di 6 ore (quindi tutte tranne Le Mans) viene posto un limite alla quantità di pneumatici da asciutto utilizzabili. In LM-P1 sarà un massimo di 4 set nelle prove libere e di 6 set per qualifiche e gara.
Un mondo da tenere tutto sott’occhio, quello dell’endurance. Specialmente per l’Italia e per la grande densità di piloti e squadre nostrane che sono presenti nella categoria. AF Corse, ad esempio, milita nella serie WEC sin dal 2012 con risultati invidiabili nella classe GT. Il team, fondato dall’ex pilota Amato Ferrari e legato al marchio omonimo e a Maserati, ha conquistato ben tre titoli costruttori, insieme ai successi del due volte campione del mondo piloti Gianmaria Bruni. Nessuna consolazione quest’anno, invece, perché Porsche ha fatto incetta e ha vinto tutto.
Il WEC 2015 si è concluso e la nuova stagione si aprirà ufficialmente il 16 aprile 2016. Intanto, però, già trapelano le prime complicazioni per il marchio di Zuffenhausen. Audi, infatti, ha presentato la nuova R18 e-tron quattro a Monaco, vettura con la quale concorrerà al prossimo mondiale endurance e che, a giudicare dalle prime critiche, sarà la più potente mai prodotta dalla casa di Ingolstadt. Aerodinamica innovativa e livrea accattivante sono i primi chiari innesti, se vogliamo, estetici. Sistema ibrido con motore TDI dotato di una batteria agli ioni di litio per l’accumulo di energia, con uno dei migliori rapporti peso/potenza, invece, sono già innovazioni di un altro livello. E che dimostrano che il motorsport spinge, sia in pista che fuori. E non solo in Formula 1.
Vedi: Intervista: i dieci momenti clou della stagione di Mark Webber
Nicola Puca