È bastato svelare in un solo giorno le due vetture motorizzate Ferrari per ridare un po’ di colore alla griglia di partenza del nuovo Campionato Mondiale di Formula Uno 2015: una è la Sauber C34, con una livrea completamente rimordernata e abbellita dal giallo e dal blu, colori del Brasile (da cui trae i maggiori introiti per gli sponsor, grazie a Felipe Nasr), e l’altra è naturalmente la rossa di Maranello.
Al di là delle differenze, le due scuderie hanno qualcosa in comune, perché, facendo le dovute proporzioni, sono entrambe reduci da un anno fallimentare e che difficilmente potrà ripetersi ancora. Obiettivi diversi per quello nuovo, chiaramente. Da un lato la consapevolezza di combattere per strappare almeno qualche punto iridato e di doversi tenere stretti, in previsioni future, un giovane talento e portento economico come Nasr; dall’altro, invece, l’acquisto di un rinnovato ottimismo, che impiega poco tempo a bucare le menti dei tifosi e che poi, in pochi secondi, sono le parole di Arrivabene, Resta, Allison o Binotto a demolirlo, quasi come se quel monito (“Un successo se vinciamo due Gp”) suonasse sempre nell’aria e ricordasse a tutti di rimanere coi piedi per terra.
E noi i piedi per terra li manteniamo ben saldi, perché è inevitabile poter giudicare fin dove potrà spingersi la SF15-T senza averla neanche mai vista girare in pista e poter azzardare un confronto con le altre monoposto. In questo senso, i test di Jerez e di Barcellona sono una manna caduta dal cielo, e a breve daranno sicuramente i loro primi responsi. Attenzione, però, perché tra dei semplici test e la prima gara del Mondiale 2015, sarebbe sbagliato non trovare alcuna differenza sostanziale; le vetture finora presentate, infatti, sono solo delle versioni abbozzate di quelle che scenderanno realmente in pista quest’anno, soprattutto ora che la Fia ha dato la possibilità ai costruttori di intervenire, seppur limitatamente, sulle power unit anche a stagione in corso. Insomma, tanto di guadagnato per chi, come appunto la Ferrari, ha ancora un forte gap da colmare nei confronti della Mercedes. Un distacco su cui ancora non si può sentenziare precisamente (visti i tempi) ma che, a Maranello, danno già per irrecuperabile.
“È chiaro, che in questo momento per noi l’obiettivo principale è la prestazione – ha dichiarato il responsabile dei motoristi Ferrari, Mattia Binotto – Rispetto a quella che è la solita abitudine ci siamo spinti oltre qualunque data possibile per rincorrere la prestazione, concedendo qualcosa all’affidabilità. In questi ultimi giorni e settimane stiamo rincorrendo l’affidabilità per prepararci al meglio in vista dell’inizio della stagione”.
Insomma, gli umori intorno alla nuova SF15-T saranno pure non dei migliori, se si pensa al suo impatto in termini di risultati nel nuovo Campionato, ma è inevitabile non convincersi di quanta acquolina in bocca metta solamente a guardarla.
Ad aprire le danze calza a pennello quanto detto da Maurizio Arrivabene oggi ai microfoni di Sky Sport F1:
“Partiamo dal presupposto che, come diceva Enzo Ferrari, la macchina bella è quella che vince. Se guardiamo quella dell’anno scorso era brutta e perdeva pure, però devo dire che questa è molto, molto bella. Dal mio punto di vista è una Ferrari veramente sexy”.
Viva la franchezza, perché dal “sexy” di Arrivabene, si passa in poco tempo al “figata” di Carlo Vanzini, come se non esistesse neanche un aggettivo diverso da quelli ‘più spinti’ per descrivere il gran colpo d’occhio che ci riserva, come al solito, la Ferrari.
Il solito rosso vivace condito dal nero e dal bianco, forme più slanciate e filanti, pance larghe e dolcemente smussate nel rientro per la zona Coca Cola vicino ai tubi di scarico, anteriore rivisto e musetto riadattato nel rispetto dei nuovi regolamenti, rivisto e ottimizzato in termini di grandezze e geometrie lo schema pull-rod per le sospensioni anteriori e posteriori (vedi anche: “Che cosa sono le sospensioni?”). Altre novità riguardano la scatola del motore e delle componenti dell’ibrido e influiscono sulle dimensioni laterali della vettura, poiché l’intercooler, il sistema di raffreddamento dell’aria in uscita dal turbocompressore, si trova interamente nelle pance.
A sottolineare, ancora una volta, come l’imperativo della Ferrari di quest’anno siano, su tutti, i cavalli e la potenza. La famiglia di alettoni posteriori è stata profondamente riprogettata per garantire una maggiore stabilità nelle prestazioni nella percorrenza delle curve, oltre a un maggiore effetto DRS lungo i rettilinei. Inoltre il Break By Wire (che permette di recuperare energia elettrica in frenata, che altrimenti verrebbe dissipata) è stato notevolmente migliorato nel corso della stagione 2014 e sulla SF15-T questo aspetto è stato ottimizzato ulteriormente per una risposta in frenata che garantisca al pilota maggiore sensibilità nelle staccate al limite.
La SF15-T è un chiaro passo in avanti rispetto al 2014, e si annovera sicuramente tra una delle più belle vetture sfornate dal Cavallino Rampante in questi ultimi anni. Bella sì, ancora di più se diventerà vincente.
Fonti media: formulapassion.it / google.com / f1news.altervista.org
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Nicola Puca