Almaviva – Stamani l’accordo dopo 17 ore di trattativa, salvi 3000 dipendenti tra Roma, Napoli e Palermo.
L’ha annunciato stamani il Viceministro allo Sviluppo Economico Teresa Bellanova in un tweet: “#Almaviva lo avevo detto dalla prima trattativa che non avremmo lasciato sole 3000 persone. Salvi i posti di lavoro. Accordo siglato!”
Dopo diciassette ore di trattativa al Mise, infatti, sono stati ritirati i licenziamenti per i dipendenti di Almaviva che avrebbero rischiato di perdere il posto di lavoro dal 5 giugno prossimo, allo scadere della procedura di mobilità. I numeri parlano di 2988 impiegati: 918 a Roma, 400 a Napoli e 1670 a Palermo.
L’accordo tra le parti, oltre allo stop ai licenziamenti con contratti di solidarietà difensivi della durata di 6 mesi, prevede anche il dimezzamento delle ore di cassa integrazione grazie all’inserimento di ammortizzatori sociali per 18 mesi con possibilità di prolungamento, verifica mensile della situazione produttiva ed occupazionale dell’azienda in sede istituzionale e il mantenimento delle sedi di Palermo e Napoli.
“2988 lavoratori tra Roma, Napoli e Palermo erano a rischio di licenziamento per una procedura di mobilità avviata il 21 marzo scorso”, scrive il Presidente del Consiglio Matteo Renzi in un post su Facebook commentando l’esito positivo dell’incontro al Ministero dello Sviluppo Economico, “sto parlando dei call center di Almaviva, una delle grandi crisi di questo paese, figlia delle inadempienze clamorose della classe politica del passato. Il viceministro allo Sviluppo economico, Teresa Bellanova, ha impiegato ogni sua energia per portare a termine un accordo che sembrava nelle scorse settimane impossibile – tanto che ovviamente alcuni già scrivevano di licenziamenti imminenti – ma che invece, finalmente, dopo 17 ore di trattativa non-stop, è arrivato”. E conclude: “Ad aprile, in un #MatteoRisponde, lo avevo detto che avremmo fatto di tutto per risolvere anche questa crisi e così è stato. Brava Teresa! #dalleparoleaifatti“.
L’azienda parla di “sfida condivisa con governo e sindacati per riportare lavoro e produttività nelle sedi di Roma, Napoli e Palermo” ma il testo dell’accordo risulterebbe essere stato siglato con qualche perplessità. Pare, infatti, che la Rsu Cgil di Roma non l’abbia approvato mentre altri ancora ritengono che si tratti semplicemente di “un ridimensionamento e un rinvio degli esuberi” dal momento che i problemi fondamentali riguardano la certificazione di questi ultimi su tre sedi e la necessità di nuovi ordinativi per riassorbire gli altri 1600 previsti al termine dei 18 mesi.
Flora Visone