In Ungheria i manifestanti vincono contro il governo: la controversa tassa su Internet verrà sospesa.
La proposta del governo di Viktor Orban era di tassare l’utilizzo della Rete di 150 fiorini (circa 50 centesimi di euro) per ogni gigabyte, ufficialmente per tentare di coprire il deficit ungherese. Tuttavia secondo i critici ciò non sarebbe altro che una scusa per limitare ulteriormente la libertà di espressione nel paese magiaro, già duramente colpita dalla modifica in senso autoritario della Costituzione portata avanti da Orban e dai suoi alleati dello Jobbik, il più grosso partito neofascista d’Europa. Quest’idea è stata rilanciata anche dall’Unione Europea, che ha definito la tassa come “un’idea molto cattiva” e soprattutto “l’ultima misura di una serie prese a livello nazionale che limitano la libertà”.
Contro la proposta sono scese in piazza decine di migliaia di persone a Budapest, la scorsa settimana. Orban ha cercato inizialmente di minimizzare la protesta, etichettandola come “un’iniziativa della sinistra”, ma ben presto è risultato lampante che i manifestanti fossero di ogni colore politico, tra cui molti scesi in piazza per la prima volta.
Il governo quindi si è visto costretto a fare marcia indietro, e ha dichiarato che la questione verrà riesaminata il prossimo anno tramite una consultazione nazionale.
Intanto in Ungheria cresce il malcontento verso il governo i cui risultati economici sono tutt’altro che lusinghieri (nonostante le idee di alcuni complottisti nostrani che parlano dell’Ungheria come una sorta di “paradiso anti-banche” nel quale il governo ha “cacciato la massoneria”), con un PIL che lo scorso anno è caduto del 2.7% rispetto all’anno precedente, la produzione agricola crollata al 26.4%, quella industriale dimunita del 3.8% e l’edilizia che ha subìto una flessione del 6.1%, ed a questo punto il timore di Orban è che i suoi sforzi per tappare la bocca alle opposizioni possano portare invece al loro rafforzamento, e che le manifestazioni viste in questi giorni possano essere soltanto l’inizio.
Giacomo Sannino