L’articolo 32 della Costituzione Italiana recita: “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti”.

Cosa accade quando il diritto alla salute viene negato? Casalnuovo. Siamo in provincia di Napoli, e come del resto della Campania, anche qui la sanità pubblica sta subendo un forte lutto. L’ Asl presente sul territorio, infatti, rischia la chiusura.

Abbiamo parlato con Vincenzo, membro del comitato cittadino di lotta : L’Asl di Casalnuovo è da circa 16 anni ubicata in luogo non idoneo all’erogazione del servizio sanitario che le compete, in quanto staziona al piano terra di un condominio. Non ha una sua struttura autonoma e la questione della ricerca di una differente struttura si protrae da 6-7 anni anche in seguito  delle lamentele dei condomini stessi per via dei disagi che provoca la presenza del distretto sanitario in tale posto” –  ed aggiunge: “L’attuale amministrazione comunale ha inviato quest’anno  all’ ASl Napoli 2 Nord una missiva nella quale si sollecitava la stessa a pensare ad un’altra soluzione logistica, essendo l’attuale ubicazione non idonea. L’ASL, dal canto suo, lamentava già da tempo l’esoso esborso alla quale era sottoposta e cogliendo la palla al balzo della comunicazione dell’amministrazione decide di smobilitare da Casalnuovo e trasferire personale e strumentazione nelle sedi di Afragola, Casoria ed Acerra sulla scorta anche del fatto che nella lettera dell’amministrazione comunale non si fa alcun riferimento a possibili sedi alternative messe a disposizione dal comune stesso. La notizia però arriva alla cittadinanza esattamente 8 giorni fa. Si è cotituito subito un comitato di lotta spontaneo abbastanza eterogeneo che tiene dentro attivisti politici e comuni cittadini”.

Casalnuovo  è un comune con una popolazione di più di 50.000 senza alcun presidio ospedaliero, il più vicino è quello di Acerra, ma anche quest’ultimo rischia la chiusura. La dimissione dell’ASL di Casalnuovo è un problema grosso per l’intera popolazione.

Il comitato – continua Vincenzo –  non si è fermato alla protesta, bensì abbiamo avanzato una proposta molto fattibile e velocemente attuabile per far si che l’azienda sanitaria resti sul territorio cittadino, ovvero, spostare gli uffici del settore politiche sociali dall’attuale sistemazione ed accorparle nella sede del settore tributi che è ubicato in una palazzina semivuota e spostare momentaneamente l’ASL nei locali attualmente occupati dalle politiche sociali ed intanto ristrutturare uno dei beni confiscati alla camorra(ce ne sono vai sul territorio, anche molto capienti) ed al termine della ristrutturazione e del cambio di destinazione d’uso darlo in comodato d’uso gratuito all’ASL, cosi da venire in contro anche alle esigenze dei condomini. Abbiamo avanzato la proposta all’amministrazione. L’’ASL al momento ha già dismesso i locali di Casalnuovo”.

Il 7 novembre  si terrà un tavolo istituzionale composto dai primi cittadini di Afragola, Melito, Pozzuoli, Casalnuovo di Napoli e Giugliano, alla riunione sarà presente, inoltre, anche il direttore generale dell’Asl Napoli 2Nord. All’ordine del giorno: la riorganizzazione dei presidi territoriali ed in particolare le problematiche legate al distretto 47, ossia quello di Casalnuovo.

“Lo slogan del comitato – conclude Vincenzo –  è divenuto ‘L’asl non si chiude… si migliora’, perché alla base c’è il concetto per il quale i cittadini non solo devono battersi per difendere l’esistente ma affinché migliori. Ad una problematica non si può rispondere con la dismissione in toto della questione sulla quale verte il problema ma sfruttare ciò per determinare un innalzamento e miglioramento dei livelli di assistenziali”.

I consiglieri del gruppo di maggioranza, insieme al primo cittadino di Casalnuovo – Massimo Pelliccia, mediante un manifesto affisso in città hanno comunicato: “ L’Asl non andrà via. Ci impegniamo a trovare una soluzione definitiva”.

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