Sono quasi 2 milioni i casi registrati in Brasile per quanto riguarda l’epidemia di Dengue che si sta diffondendo. Il vettore, in questo caso, è la zanzara Aedes aegypti, che quando infettata dal virus di tipo DENV (di cui esistono quattro sierotipi, DEN-1, DEN-2, DEN-3 e DEN-4) diventa necessaria affinché si diffonda la malattia.
In Brasile, la grande numerosità dei casi ha fatto scattare lo stato d’emergenza in quattro Stati: Rio Grande do Sul, Rio de Janeiro, San Paolo e il distretto federale di Brasilia. La preoccupazione è che il cambiamento climatico porti la malattia a diffondersi anche in zone generalmente non coinvolte dalla diffusione del vettore: infatti, questo tipo di infezione è tipica di zone tropicali e subtropicali, anche se casi di importazione associati a viaggi sono frequentemente riportati in Europa.
La malattia: sintomi ed epidemiologia
La Dengue come malattia tropicale è ritenuta seconda per importanza solo alla malaria. Ha una mortalità, nel caso di trattamento non adeguato, dell’1-5%; mentre in caso di trattamento adeguato ha una mortalità inferiore all’1%.
Come sintomi principali ritroviamo cefalea, febbre, dolore articolare e muscolare e comparsa del caratteristico esantema, simile a quello del morbillo. Nei casi più gravi, tuttavia, si sviluppa una febbre emorragica pericolosa per la vita che può evolvere in shock circolatorio e morte.
La malattia è endemica in Paesi tropicali e subtropicali e deve essere attentamente monitorata anche in Italia, perché il cambio di temperature potrebbe portare alla diffusione del vettore, in seguito a un cambiamento dell’habitat o a un importazione dovuta a viaggiatori provenienti da Paesi a rischio. Un altro vettore da monitorare attentamente, che sembrerebbe essere responsabile dell’ulteriore diffusione in Europa, è la zanzara Aedes albopictus.
La situazione dengue in Italia
Nel 2024, in Brasile sono stati registrati in soli tre mesi come casi probabili circa 4 volte i numeri del 2023. Questo, insieme all’aumento delle temperature, ha portato il Ministero della salute italiano a emanare una circolare per il controllo dei viaggiatori o delle navi merci provenienti dalle zone colpite. Sebbene il ministro della salute Orazio Schillaci dichiari che non ci sia ancora un vero e proprio stato di emergenza, la soglia di allerta è stata innalzata per prevenire eventuali situazioni impreviste. L’aumento di casi autoctoni in Europa di malattie di questo tipo, come anche la Chikungunya, è stato correlato all’aumento di temperature dimostrato da studi scientifici.
Questo dovrebbe portare a porre maggiore attenzione sulla problematica del cambiamento climatico, non adeguatamente trattato e che sta causando alterazioni ecosistemiche importanti di cui la diffusione di nuove malattie è solo uno dei tanti esempi.
Miriana Di Gloria