Nel parlare di ambiente, la prima cosa che va riconosciuta è che la crisi climatica è la questione prima e fondamentale dei nostri tempi, ma non potrà essere risolta finché non la tratteremo come tale. Eppure il negazionismo e gli interessi economici continuano a trascinare l’umanità verso il baratro della catastrofe. È uno scenario drammatico, quello che ci si presenta: il continuo innalzamento delle emissioni di gas serra, la devastazione degli ecosistemi naturali che causa la perdita di biodiversità, la mancanza di una visione sistemica in grado di indirizzarci verso fonti di energia rinnovabili e sostenibili sono la più grande minaccia per la tutela dell’ambiente. A questo va aggiunta una classe politica non all’altezza, e spesso collusa con i grandi potentati petroliferi e carboniferi, le cui promesse sono poco più che trovate elettorali propagandistiche: gli stessi accordi per il clima risultano perlopiù un insieme confuso di buone intenzioni più che una vera strategia energetica e climatica. Ma il terzo millennio ci ha regalato anche l’insorgere di un poderoso movimento per la giustizia climatica, che dalle esperienze locali e internazionali sembra aver trovato nella giovane Greta Thunberg la sua rappresentante di spicco. L’attivismo per l’ambiente e l’operato di gruppi, collettivi, associazioni fra i quali si annoverano Fridays for Future, Extinction Rebellion, Greenpeace dimostrano che la questione ambientale è viva e al cuore della sensibilità pubblica, sebbene ancora lontana dal centro delle agende politiche. La sezione del sito dedicata all’ambiente si propone quindi di raccontare le responsabilità del modello estrattivista e le opportunità di un cambiamento fondato sulla cooperazione, sulla sostenibilità e sulla sensibilità ambientale come unica opzione percorribile per la salvaguardia del pianeta e della stessa civiltà umana.