I carabinieri del Noe di Salerno hanno sequestrato, su disposizione della procura, le Fonderie Pisano. Illeciti, violazioni e documentazioni false. Sette gli indagati.

Da diversi mesi il futuro delle Fonderie Pisano è nell’occhio del ciclone. Dopo numerosi sopralluoghi da parte dei tecnici dell’Arpac, continue verifiche e accertamenti riguardo la regolarità della struttura, si è giunti ad una sentenza definitiva: il sequestro e la chiusura dello stabilimento.

I carabinieri del Noe, su disposizione della Procura, hanno messo i sigilli alle Fonderie Pisano situate in via dei Greci, nella zona di Fratte. I Pm Silvio Marco Guarriello, Mariacarmela Polito e Carlo Rinaldi, dopo una serie di accertamenti in loco, hanno appurato una serie di illeciti a carico dell’impianto tra i quali: scarichi inquinanti; gestione illecita dei rifiuti speciali; emissioni nocive in atmosfera; violazione della normativa antincendio e delle leggi relative alla sicurezza sui luoghi di lavoro. 

Nel registro degli indagati sette persone, tra cui cinque co-amministratori della famiglia Pisano: Mario Pisano, Guido Pisano, Renato Pisano, Ciro Pisano, Ugo Pisano, il dirigente ufficio regionale, Antonio Setaro, che ha curato la procedura regionale Aia, e il consulente ambientale Luca Fossati che sono indagati, invece, per le ipotesi di reato di abuso d’ufficio e falsità materiale ed ideologica.  

Secondo la relazione della procura: “Le Fonderie Pisano sono prive di valida autorizzazione in quanto quella esistente è illegittima, illecita e inefficace e detta industria non rispetta i limiti e le prescrizioni imposte dalla pur illegittima autorizzazione”.

In più, la struttura dell’impianto sarebbe incompatibile con l’area in cui si trova e quindi non adatta al funzionamento e al rilascio di un’autorizzazione come nuovo impianto. Lo stabilimento, dunque, sarebbe in possesso di un’autorizzazione illegale che è stata rilasciata in base a delle documentazioni, presentate dai due tecnici Fossati e Setaro e contenenti false attestazioni.

sal - 13 01 2016 Salerno Foderie Pisano & C. via Dei Greci 144 nella foto le fonderie Pisano foto Tanopress

Le Fonderie Pisano fanno parlare di sé soprattutto per i reati di natura ambientale di cui sono protagoniste. L’impianto è al centro di una battaglia condotta già da lungo tempo dai residenti della zona di Fratte e anche dal Comitato Salute e Vita e degli attivisti del Presidio Permanente.

Questi ultimi attraverso filmati, manifestazioni di protesta, documentazioni e testimonianze hanno denunciato il forte inquinamento ambientale che le Fonderie provocherebbero attraverso emissioni di fumi contenenti polveri di natura cancerogena. Ad oggi, emerge che i Pisano avevano costruito degli scarichi abusivi di reflui industriali direttamente nel fiume Irno.

Inoltre i tecnici dell’ARPAC di Caserta hanno individuato emissioni nell’aria fuori dalle norme di fumi e  polveri sottili contenti sostanze nocive. Altra nota dolente riguarda lo smaltimento illecito di rifiuti pericolosi e quella relativa alla violazione della normativa antincendio. Gli operai lavoravano senza alcuna protezione, sia gli attrezzi, sia le strutture non erano a norma.

Un sequestro fortemente richiesto, che vede particolarmente soddisfatti i residenti e gli attivisti del Comitato Salute e Vita e del Presidio Permanente.

Subito dopo la chiusura dello stabilimento, il presidente del Comitato, Lorenzo Forte ha dichiarato: “Si è trattato di una giornata storica, Il nostro pensiero è ai morti e ai feriti di questa guerra non dichiarata. Noi, però, ci fermeremo solo quando avremo ottenuto giustizia piena. Andremo alla Corte Europea dei diritti dell’Uomo e nei prossimi mesi lavoreremo per dimostrare scientificamente il nesso di causalità tra la fabbrica e gli ammalati e i morti. Prendiamo atto che la politica, il Comune di Salerno e gli altri enti, che avrebbero potuto fermare ‘il mostro’ da molti anni, non l’hanno fatto, pertanto devono rispondere delle loro responsabilità per non aver fatto il proprio dovere a tutela della salute dei cittadini”.

Una felicità meno condivisa dai dipendenti dello stabilimento, i quali stanno vivendo un momento preoccupante che vede protagonista il loro futuro. Il 4 Luglio a Roma si deciderà del futuro delle Fonderie e dei suoi 120 dipendenti.

A tal proposito interviene il Governatore della Regione Campania, Vincenzo De Luca, che in merito alla questione dichiara: “La priorità va data alla salute dei cittadini e non c’è dubbio. La tutela della salute è un tema che non consente mediazioni. Dopo averla tutelata come vincolo assoluto, daremo spazio alla delocalizzazione dell’impianto, altra priorità. Non dimentichiamo che è in ballo il futuro di 120 famiglie che trovano pane in quella fabbrica. Con le nuove tecnologie – tutta la produzione al coperto – si eviterà anche l’emissione in atmosfera. La delocalizzazione avrà a mio giudizio più ragioni psicologiche che ambientali, ma avverrà.“

La sentenza definitiva arriverà quindi nei prossimi giorni, nell’attesa del 4 Luglio però, i residenti respirano la loro vittoria.

Federica Pia Mendicino

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.