Da crisi climatica a catastrofe climatica: l'aumento delle temperature in Europa
L'anomalia di temperatura prevista in Europa per il mese di aprile 2024 / Fonte: Agenzia Copernicus

Anche marzo 2024, com’era prevedibile, è stato il più caldo di sempre. I dati dell’agenzia Copernicus attestano che da nove mesi consecutivi l’aumento delle temperature ha superato il +1,5°C indicato nell’Accordo di Parigi. Abbiamo in pratica fallito l’obiettivo con appena 76 anni di anticipo, e le cose procedono persino peggio rispetto alle previsioni più pessimistiche, a dimostrazione che il confine tra crisi e catastrofe climatica è stato già ampiamente varcato.

Nelle elaborazioni di Climate Reanalyzer (immagine 1) possiamo notare come il mese appena trascorso, sulla linea nera, sia stato per larghi tratti su un livello nettamente più elevato rispetto al 2023 che pure era stato l’anno più caldo di sempre, sulla linea arancione. Gli scarti hanno raggiunto in alcuni casi il mezzo grado in più.

Catastrofe climatica: l'aumento medio delle temperature globali
IMMAGINE 1 – Temperatura media dell’aria in superficie a livello globale

Discorso analogo per la temperatura degli oceani (immagine 2), che ha battuto per il quindicesimo mese consecutivo i record storici delle rilevazioni. L’energia accumulata nelle acque oceaniche diventa il serbatoio per l’innesco di quegli eventi meteo estremi a cui ci stiamo abituando negli ultimi anni e che caratterizzano il manifestarsi della crisi climatica: tempeste tropicali, alluvioni lampo, ondate di calore, prolungati periodi di siccità.

Catastrofe climatica: l'aumento medio delle temperature globali
IMMAGINE 2 – Temperatura media della superficie degli oceani

E se marzo è stato tremendo, aprile sembra avere intenzioni folli; parlare di catastrofe climatica non appare più allarmistico, ma doveroso. Durante l’ultimo fine settimana sono stati stracciati numerosi record in Europa (immagine 3, fonte 3B Meteo): in particolare, in Andalusia e nel sud della Francia sono stati raggiunti 33 gradi, in Austria e Svizzera 29, in Germania 30, in Repubblica Ceca 28. Si tratta di temperature che superano le medie anche di 15°C. L’anticiclone africano, da presenza fissa delle nostre estati, ha deciso di piantare le tende anche in primavera, e queste ne sono appena le prime conseguenze.

La situazione in Europa
IMMAGINE 3 – Anomalia di temperatura in Europa, 6 aprile (fonte 3Bmeteo)

D’altro canto in Italia le cose non sono molto differenti (immagine 4). La fiammata dei giorni scorsi ha fatto saltare diversi record anche al di qua delle Alpi, con temperature sopra la media di 10/12°C. In Campania, tanto per fare un esempio, le minime sono state praticamente uguali alle massime che si riscontrano di solito in questo periodo.

La situazione in Italia
IMMAGINE 4 – Anomalia di temperatura in Italia, 8 aprile (fonte 3Bmeteo)

No, non è una truffa, non è una messinscena. Basterebbe mettere piede fuori casa per rendersene conto; ma se lo sforzo richiesto fosse eccessivo, per questi Peter Pan del negazionismo, allora diciamo che basterebbe alzarsi dal proprio divanetto e prendere aria affacciati alla finestra. Ne gioverebbero anche le loro menti palesemente poco ossigenate.

Chiunque viva nel mondo reale si è ormai reso conto che la situazione è fuori controllo, senza bisogno di complottismi o dietrologie sui pannelli solari cinesi e le auto elettriche di Elon Musk. Ben più grave è che a nessuno interessi più nulla. Greta Thunberg è passata di moda, adesso c’è una terza guerra mondiale a distrarci. Giocare con missili e carrarmati è più divertente – e più lucrativo – di ridurre le emissioni di gas serra.

È per questo che bisogna emarginare dal dibattito chi deride i climatologi e con essi gli affamati, gli sfollati, i morti. Un commento di un negazonista fa più danni di una gigatonnellata di CO2. Ma allo stesso tempo bisogna tornare a fare pressioni, anche elettorali, su chi ci amministra e ci governa. E per riuscirci è necessario anzitutto scongiurare il rischio che le elezioni europee di giugno vengano spacciate per una scelta esiziale tra Putin e Zelensky.

Ma è necessario anche un ritorno prepotente alle grandi manifestazioni di piazza, all’attivismo di prossimità, alla protesta non-violenta. Sembra che il Governo Meloni abbia più paura di Ultima Generazione, di Extinction Rebellion, di Fridays for Future che del conflitto nucleare. A noi comuni mortali, invece, dovrebbe far terrore la prospettiva di sei mesi di fila a 50 gradi senz’acqua né energia elettrica. Al punto che definirla crisi climatica, ormai, è insufficiente, inadeguato. Quella che ci è piombata addosso – ben prima dell’esercito russo – è una catastrofe climatica, e non basterà spararle addosso per fermarla.

Emanuele Tanzilli

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