Era dal 2013 che in Kenya non si verificava un attacco terroristico di questa entità: un college universitario della città di Garissa (Kenia settentrionale) sembra essere al momento nelle mani degli Al-Shabaab somali, una cellula di terroristi legata ad Al Qaeda, che ha rivendicato l’operazione.

«Abbiamo ucciso molte persone e i kenioti saranno scioccati quando entreranno nel campus», hanno detto i miliziani rivendicando l’attacco. I terroristi verso le 5.3o di questa mattina sono entrati nella moschea del campus nascondendosi tra i fedeli della preghiera mattutina, mentre gli studenti erano ancora dormienti. Hanno ucciso due agenti presenti all’entrata ed hanno continuato a fare fuoco, con un bilancio che per adesso parla di 15 vittime e 60 feriti. Circa 50 persone sarebbero state liberate, ma il timore è che alcuni fra studenti e professori siano stati presi in ostaggio.

Stando a quanto affermato dai media locali, i terroristi terrebbero ancora in ostaggio alcuni studenti.  Altre fonti affermano che avrebbero rilasciati quelli di religione islamica e trattenuto quelli cristiani. «Quando i nostri uomini sono arrivati, hanno rilasciato i musulmani, teniamo gli altri in ostaggio». Ad annunciarlo è il portavoce degli shebaab, Sheikh Ali Mohamud Rage.

«Ci siamo svegliati con gli elicotteri che sorvolano bassi la città e le sirene spiegate di ambulanze e polizia. Abbiamo capito subito che era successo qualcosa di grave», ha detto il Monsignor Joseph Alessandro, vescovo coadiutore di Garissa, il quale ha aggiunto: «Sono entrati e hanno cominciato a sparare all’impazzata, hanno raccontato dei testimoni. Ma di sicuro si sa solo che ci sono due vittime. Si tratta delle guardie presenti all’ingresso principale del complesso al momento dell’attacco».

Alcune fonti descrivono i terroristi come un gruppo di sei persone, coperte in volto e con indosso giubbotti che contengono esplosivo.
Il precedente episodio del 2013 era stata sempre opera di Al-Shabaab, che in un centro commerciale a Nairobi uccisero 67 persone.

Valerio Santori

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