Quanto è brutto essere al cinema, assistere ad un film bellissimo, guardare l’orologio e capire che sta finendo. Lo spettatore spera che il tempo si fermi, che alle scene finali seguano altre scene che allunghino ulteriormente la pellicola. Lo stesso accade nello sport, quando si assiste a partite, a gare talmente emozionanti che si spera possano finire il più lentamente possibile. La MotoGP è lo sport delle emozioni per eccellenza. Un sorpasso possibile anche all’ultima curva. Una caduta improvvisa che delinea scenari insperati. Valentino Rossi è l’emblema di questo sport per il suo modo di guidare, per i sorpassi, per le polemiche, per i sorrisi che da sempre regala. Il suo è un film lunghissimo del genere appena descritto, ricco di emozioni e che si spera non finisca mai. Se la MotoGP rende piccoli, lui è il bambino per eccellenza. Un bambino di 39 anni che vuole emozionare ancora per un paio d’anni, prima di smettere (forse).

“CORRERÒ ALMENO FINO AL 2020” –  Era la domanda che più interessava la critica alla vigilia del Motomondiale. Tutti si chiedevano, visto il suo contratto in scadenza nel 2018: “Valentino correrà ancora in Yamaha o con un altro team? E, soprattutto, siamo sicuri che correrà?”. La risposta è arrivata. Rilasciando alcune dichiarazioni all’emittente Sky Sport, a proposito del sorprendente addio di Poncharal, il manager del team Tech 3, da poco separatasi dalla casa giapponese, il 46 ha ribadito la sua totale intenzione di continuare a correre fino al 2020, scartando, inoltre, l’ipotesi di una creazione di un team proprio in collaborazione con la Yamaha: ”Sono sorpreso per l’addio di Poncharal. Ci abbiamo pensato, l’idea ci piaceva. Ma non è una cosa percorribile al momento, anche perché molto probabilmente per le prossime due stagioni sarò io il pilota della Yamaha. Potrebbe essere un’ipotesi per quando smetterò, ma non per i prossimi due anni”. Insomma, Vale conferma le ipotesi di mercato che lo vedrebbero al timone di quella M1 che lo ha reso grande (insieme alla Honda) e che ha saputo egli stesso rendere grande, con quei continui aggiustamenti, commenti e a volte anche consigli che lo rendono quasi un meccanico, oltre che un semplice pilota. C’è poi quell’allegria, sempre presente anche dopo delusioni cocenti, come il mondiale perso a Valencia nel 2014 e che sarà fondamentale per l’ipotetica conquista del tanto agognato decimo mondiale.

Andrea Dovizioso
Andrea Dovizioso

I TEST IN QATAR – Più che pensare al futuro Rossi preferisce concentrarsi sul presente. I test in Qatar hanno dato esiti differenti. Un settimo/sesto posto (stesso tempo di Rins), un decimo posto e un secondo posto che di certo rincuora e doma le preoccupazioni della vigilia di un campionato di estrema importanza per Rossi, che vede Marquez avvicinarsi sempre in quanto a numero di mondiali vinti. Preoccupano, inoltre, le Ducati apparse in forma smagliante anche qui come in Thailandia e con grandi motivazioni. Da un lato c’è Dovizioso, che ha voglia di vincere il primo mondiale, dopo l’emozionante secondo posto della scorsa stagione, dall’altro c’è Lorenzo che ha voglia di dimostrare il suo reale valore dopo un 2017 non proprio esaltante. Ci sono poi le sorprese come quelle di Zarco, primo nei test di oggi e Petrucci, che ormai sorpresa non lo è più e che possono ritagliarsi un ruolo importante in questo Motomondiale. Non si dimentichi poi quella Suzuki di Iannone che in questi test preparatori ha subito voluto dimostrare i suoi miglioramenti sia sotto il profilo elettronico che meccanico, registrando tempi incredibili in pista. Insomma il film non è finito, forse siamo all’inizio della parte conclusiva, non quella che precede i titoli di coda, bensì la scena madre, quella della vittoria o della sconfitta del protagonista, quella che comunque andrà regalerà tante emozioni agli spettatori.

Fonte immagini in evidenza: MotoGP,Liberopensiero

Giovanni Ruoppo

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