Dopo lo scoppio dello scandalo che ha portato ad una serie di arresti e di dimissioni da parte di esponenti politici di destra e sinistra, il sindaco di Roma Ignazio Marino e il governatore del Lazio Nicola Zingaretti hanno decretato la sospensione dei bandi comunali e regionali e avviato una serie di indagini sulle società pubbliche appaltatrici. Il prefetto non esclude lo scioglimento del consiglio comunale di Roma. Spunta il libro mastro delle tangenti di Salvatore Buzzi.
“Roma non ha mai vissuto una situazione del genere, sono emersi fatti gravi per il tipo d’imputazione“. Parole del prefetto di Roma Giuseppe Pecoraro che danno l’idea del ciclone che si è abbattuto tra i palazzi del potere. Al momento sono 37 gli arresti e 100 gli indagati. Ma questi tristi numeri, probabilmente, sono destinati a crescere. E, nel frattempo che le indagini dei Ros e della Procura di Roma facciano il suo corso, il Sindaco di Roma Ignazio Marino, al quale è stato vivamente consigliato dallo stesso prefetto di non andare più in bicicletta e di farsi scortare, e il Governatore del Lazio Nicola Zingaretti, hanno sospeso tutti i bandi comunali e regionali e deciso di fare maggiore chiarezza sugli appalti già concessi dalle aziende pubbliche (Asl, Ater, ecc.). Il primo cittadino capitolino, in particolare, si avvarrà di un equipe con a capo il Presidente dell’ Agenzia Nazionale Anti-Corruzione Raffaele Cantone che avrà il potere di commissariare le aziende partecipate che non hanno gestito la concessione di appalti seguendo le regole; dall’altra parte, invece, Zingaretti ha disposto un’ indagine conoscitiva presso tutte le principali centrali appaltatrici della Regione.
In tutto questo marasma, va avanti il lavoro del Prefetto, che sta studiando il fascicolo da 1200 pagine dell’ordinanza e che dovrà dare la sua valutazione del caso al Ministro dell’Interno Angelino Alfano, l’unico che potrebbe azzerare il consiglio comunale, ipotesi non del tutto assurda. Il (presunto) sodalizio tra l’ex Nar Massimo Carminati e la politica sta portando a una raffica di dimissioni: dopo l’assessore alla Casa Daniele Ozzimo, del consigliere regionale Eugenio Patané, del presidente dell’Assemblea Capitolina Mirko Coratti, hanno rassegnato le dimissioni per difendere la propria onorabilità Gramazio e Quarzo, presidente della Commissione Trasparenza, determinato a dimostrare di aver ricoperto tale carica per una pura scelta politica. Per chi invece si difende dalle accuse, c’è chi invece confessa. La segretaria di Salvatore Buzzi, Nadia Cerrito, rispondendo alle domande del gip Flavia Costantini, ha ammesso di essere stata lei a gestire il libro mastro delle tangenti. La donna, ora detenuta in carcere, portava sempre con sé quel libro dove erano segnate le somme consegnate e le mazzette (del valore massimo di 15 mila euro) e i destinatari. La custode dei segreti del capo e del complice Massimo Carminati cerca però di difendersi, sostenendo di non aver proprio potuto rifiutare quel lavoro. Gli interrogatori non si fermano qui: gli altri indagati saranno convocati tra oggi e la settimana prossima.
Daniele Colantuono