Si infiammano nuovamente le polemiche nel Partito Democratico dopo la scoperta della norma sull’evasione, definita da molti ‘Salva-Berlusconi‘, che ha dato nuova spinta alla certosina opera di delegittimazione della minoranza PD nei confronti del premier. Ma Renzi non ci sta, e chiarisce: “Berlusconi pagherà fino all’ultimo la sua pena“.

Sulla riforma fiscale, rinviata dal premier al 20 febbraio in occasione del consiglio dei ministri, si sono scatenate le proteste di opposizione e minoranza democratica. La scoperta della norma che agevolava Berlusconi non è certo stata una grande pubblicità per il premier, e la minoranza dem cerca di approfittare di questo scivolone del premier. “Sulla delega fiscale il livello di propaganda raggiunto dal Presidente del Consiglio è offensivo per l’intelligenza dei cittadini italiani“. A dirlo è Stefano Fassina, a cui però risponde su twitter Carbone, esponente della segreteria del partito: “Caro Fassina, rassegnati. Sono finiti i tempi in cui, ossessionato da Berlusconi, perdevi ed eri contento. Fattene una ragione“. Ma l’esponente della minoranza dem non intende demordere, e ha infatti spiegato che “La delega fiscale approvata durante il governo Letta ha il fine di eliminare le cause dell’evasione di sopravvivenza e colpire la grande evasione. Mentre per le Partite Iva individuali la Legge di Stabilità innalza i contributi previdenziali dal 28 al 33%, il decreto fiscale premia la grande evasione, anzi più si è grandi evasori più si è premiati. È peggio di un condono“.

La minoranza democratica sta fortemente contestando la scelta di rinviare la discussione della riforma fiscale, riforma che Renzi definisce “per gli italiani, non per Berlusconi” e su Berlusconi precisa: “non facciamo leggi ad personam, ma nemmeno contra personam“. Proprio il premier, sulla sua enews, fissa l’obbiettivo per questo 2015: “Un fisco semplice, chiaro, trasparente. Il contrario di come è costruito il sistema italiano“. “Ho pensato più opportuno togliere di mezzo ogni discussione e inserire anche questo decreto nel pacchetto riforme fiscali del 20 febbraio“, aggiunge Renzi, “Ci sono tanti decreti delegati da approvare e sarò tutti i giorni a chiedere alla struttura dedicata di non perdere tempo come è stato fatto sino ad oggi. Mi sono dato come scadenza il 20 febbraio, giorno del Consiglio dei ministri in cui porteremo tutti i decreti delegati pronti. In quel consiglio riporteremo anche il decreto già approvato il 24 dicembre“, osserva il segretario del PD.

Renzi dedica qualche parola anche alla questione Quirinale, che “ormai è il passatempo preferito degli addetti ai lavori“. “Chi sarà? Cosa farà? Ma sarà politico o tecnico? Uomo o donna? Di maggioranza o di opposizione? Domande legittime che rimbalzano nelle stanze romane” spiega ancora il premier, che però tiene a precisare che “se l’Italia ha attraversato indenne un momento molto delicato gran parte del merito va a Giorgio Napolitano. E che prima di discutere del futuro un sommesso grazie va all’attuale Presidente della Repubblica. Che si accinge a lasciare il Quirinale dopo nove anni di servizio alla Patria di cui tutti – nessuno escluso – dovrebbe essergli riconoscente“.

Francesco di Matteo

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