Effetto ‘Bloody Money‘? Difficile dirlo. Una cosa è certa: il 5 marzo segna una svolta storica per Napoli. Un vero e proprio risultato bulgaro consegna la città di Luigi De Magistris nelle mani del Movimento Cinque Stelle. I pentastellati stravincono in tutti i collegi superando il 50% alla Camera e al Senato. Dalle scorse politiche (2013) a oggi il dato più rilevante è la sconfitta dell’establishment: tanto per il Partito Democratico, che si attesta bene o male su percentuali più basse, quanto per Silvio Berlusconi e tutto il centrodestra che dimezzano quasi il loro risultato nonostante la percentuale di affluenza rimasta invariata.

Qualcuno è già pronto a parlare di effetto ‘Bloody Money’. L’inchiesta portata avanti da Sacha Biazzo per Fanpage.it (Napoli) diffusa a ridosso delle elezioni nazionali, ha sicuramente influito sull’esito del voto. Ovviamente, le ragioni della ‘debacle’ di centrosinistra e centrodestra sono da ricercare nel malcontento popolare, che al Sud si è accentuato come non mai, nella capacità dei “nuovi” partiti di colpire alla pancia della gente, e nell’incapacità – sicuramente – della sinistra di rinnovarsi e di unirsi.

Napoli è l’emblema di ciò che accaduto in tutto il Meridione d’Italia: una valanga di voti al Movimento Cinque Stelle. Che a Napoli sono serviti ad eleggere alla Camera: Salvatore Micillo nel collegio di Giugliano, Andrea Caso nel collegio di Pozzuoli, Vincenzo Spadafora a Casoria, Luigi Di Maio ad Acerra, Catello Vitiello a Castellamare, Luigi Gallo a Torre del Greco, Gianfranco Di Sarno a Portici, Silvana Nappi a Nola, Roberto Fico nel collegio di Fuorigrotta, Raffaele Bruno a San Lorenzo, Rina Di Lorenzo e Doriana Sarli rispettivamente a Ponticelli e San Carlo all’Arena.

Anche il Senato è tutto pentastellato: Franco Ortolani vince a San Carlo all’Arena, Paola Nugnes a Fuorigrotta, Maria Domenica Castellone a Giugliano, Raffaele Mautone a Casoria, Virginia La Mura a Torre del Greco e Francesco Urraro a Portici.

Napoli, Bloody Money, Elezioni
Roberto Fico, eletto alla Camera dei Deputati

Il quadro che si viene a delineare parla chiaro: è l’inizio di una nuova stagione. Il successo, su scala nazionale, del M5S e della Lega, è il punto di partenza per una “Terza Repubblica” con una chiara divisione Nord (Lega) – Sud (M5S). Non solo per l’Italia, si apre un nuovo ciclo, ma anche per Napoli, città storicamente rossa che ha visto trionfare il voto di protesta e la rottura con i partiti tradizionali. Soprattutto nelle periferie di Barra, di Scampia e Secondigliano dove le percentuali oscillano tra il 60 e il 70%.

Per comprendere questo risultato elettorale è utile consultare l’istituto Ixé che da anni si occupa dell’analisi dei flussi elettorali. Su un campione di 1.000 interviste, emerge un dato trasversale: il Movimento Cinque Stelle raccoglie i consensi tra tutte le fasce d’età e tra persone che si dichiarano di centro o di sinistra. Pochi i voti provenienti dal centrodestra.

Anche il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, ha analizzato il voto: «Il voto nazionale era prevedibile – dice De Magistris -. Il successo del M5S su scala nazionale è eccellente, al Sud è straordinario. Resta il fatto che non hanno i numeri per governare. È un voto di protesta e di rottura con centrosinistra e centrodestra». Su Salvini e sul Partito Democratico, invece, il primo cittadino commenta così: «Salvini è il leader della destra e lo sarà sempre di più. Il Partito Democratico va rifondato, è il peggior risultato della storia». Infine, De Magistris chiosa sulla scomparsa della sinistra: «La sinistra è praticamente scomparsa dal Parlamento italiano».

Ora, però, bisogna guardare al post-elezioni. C’è una grossa fetta di popolazione con la quale il Movimento Cinque Stelle è in debito. Dal Vaffa-day a oggi è stata una crescita esponenziale. Adesso dovranno dimostrare di essere in grado di rimanere fedeli al programma, di stare ai patti. Perché se i cittadini rimarranno delusi anche da loro, allora le porte per le destre populiste, reazionarie e xenofobe saranno spalancate.

Paolo Vacca

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