Durante l’ultimo Consiglio di Sicurezza dell’ONU è intervenuto il Direttore Generale della FAO, Josè Graziano da Silva, il quale ha sostenuto che il miglioramento della sicurezza alimentare può essere il veicolo per promuovere una pace sostenibile ed a scongiurare un possibile conflitto.  

Il DG ha fatto presente come i conflitti siano un fattore chiave delle crisi alimentari prolungate, dove la fame è tre volte più probabile che nel resto del mondo in via di sviluppo, mentre i paesi con i più alti livelli d’insicurezza alimentare siano anche quelli più colpiti dai conflitti; a conferma di ciò sono state portate come esempi le situazioni verificatesi in Siria, Yemen, Sud Sudan e Somalia. Da Silva ha poi parlato di situazioni virtuose, quali quelle di Angola e il Nicaragua post-conflitto e il Ruanda post-genocidio, in cui la pace e la sicurezza alimentare sono aumentate vicendevolmente.

Nel prosieguo dell’intervento, il numero uno dell’agenzia per l’alimentazione ha sottolineato come il mancato incremento della sicurezza alimentare sia uno dei fattori che compromettono maggiormente i processi di stabilizzazione, come attualmente avviene per lo Yemen e la Repubblica Centrafricana, due paesi in cui oltre la metà della popolazione al giorno d’oggi soffre di insicurezza alimentare.

Da Silva ha affermato, inoltre, che l’azione della FAO può esplicarsi anche in tempo di guerra, adducendo come esempio il debellamento della peste bovina, che ha avuto luogo durante una guerra e ha richiesto un intervento che consentisse ai veterinari di avere accesso al bestiame.

Nella relazione di Da Silva è emerso come la FAO si sia adoperata anche nel difficile teatro siriano, dove ha provveduto alla distribuzione di sementi agli agricoltori che non hanno abbandonato le proprie terre. Questo intervento ha permesso di aumentare di due terzi la produzione del grano, rispetto al livello pre-crisi.

La FAO ha intrapreso processi di collaborazione con paesi come la Colombia con progetti a procedura veloce per incrementare la sicurezza alimentare e lo sviluppo rurale, nel tentativo di consolidare il trattato di pace che appare vicino a essere raggiunto.

I tentativi internazionali volti a favorire la pace saranno più efficaci solo se includono misure per aumentare la resistenza delle famiglie rurali e delle comunità, in quanto loro e le loro condizioni di vita sono la parte preponderante del danno nei conflitti contemporanei.

«Quando la sicurezza alimentare può essere una forza per la stabilità, dobbiamo guardare al cibo e all’agricoltura come percorsi verso la pace e la sicurezza», ha aggiunto da Silva.

«Sostenere l’agricoltura e sviluppare i mezzi rurali di sussistenza possono essere i motivi trainanti per avvicinare le persone dopo un conflitto, e offrire “peace dividends” (ovvero vantaggi finanziari derivanti dalla riduzione delle spese in armamenti), contribuendo così ad una pace sostenibile», ha continuato il direttore dell’Agenzia.

Questo Consiglio di Sicurezza è stato organizzato dall’Angola, che ne detiene la presidenza, e dalla Spagna, e l’obiettivo che si era prefissato era quello di trovare soluzioni concrete per la pace e per lo sviluppo, due questioni che non possono certamente andare disgiunte e questa è stata la prima volta in cui la FAO ha preso parte.

Da Silva ha tenuto a sottolineare che «la prevenzione richiede affrontare le cause profonde del conflitto, tra queste la fame e l’insicurezza alimentare», annunciando che la FAO sta sviluppando una politica corporativa di promozione della pace atta ad amplificare il suo contributo alla prevenzione dei conflitti.

«L’attuazione di una tale politica richiede un’ampia sinergia con i governi e una vasta gamma di soggetti umanitari e di sviluppo per la costruzione della pace», ha detto il DG, notando che la storia della FAO è ricca di stretta collaborazione su questioni di questo tipo con partner sia all’esterno che all’interno del sistema Nazioni Unite. Tra questi ci sono stati significativi rapporti di cooperazione con il Fondo internazionale per lo sviluppo agricolo, il Programma Alimentare Mondiale e l’Ufficio per il Coordinamento degli Affari Umanitari.
Galileo Frustaci

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