Eccezionale partita alla Quicken Loans Arena. Sicuramente la più bella di questi playoff. Cleveland regala al suo pubblico una grande prestazione, sale ancora in cattedra LeBron James e si affaccia nella serie  – forse troppo tardi – Kyrie Irving. Il supporting cast fa quel che deve fare e la difesa è stata superba. E ha vinto comunque Golden State. Sono queste le verità che ci lascia gara-3 assieme ad un’altra, ad oggi, assoluta: è impossibile vincere contro gli Warriors. Quindicesima vittoria di fila in questa post-season, la striscia più lunga di sempre. Nessuno nella storia dei playoff ha mai rimontato uno 0-3. Nella notte tra venerdì e sabato potrebbe arrivare già il titolo per gli Warriors.

Così è dura. È difficile accettare di perdere una partita giocata al limite della perfezione. Avevamo chiesto una reazione a Cleveland dopo le due sberle subite in California: è arrivata ma non è bastata. Ha funzionato praticamente tutto ma i campioni in carica escono dal terreno di gioco ancora con il capo chino verso il basso. Si dice che un risultato sia sempre frutto di meriti una squadra e demeriti dell’altra. Probabilmente ci troviamo di fronte ad uno di quei pochi casi in cui questa verità non trova riscontro. Il secondo tempo dei Cavs rasenta la perfezione, tranne che per la gestione degli ultimi due minuti. Sono bastati a Golden State per ribaltare il risultato.

LeBron e Irving hanno combinato per 77 punti. Una cifra irreale se consideriamo la qualità della difesa degli avversari. Naturalmente l’assenza di un reale sistema offensivo alla lunga, contro una squadra del genere, ti porta ad un dispendio di energie fisiche enormi. Soprattutto se quei tuoi stessi giocatori migliori sono costretti a giocare rispettivamente 45 e 44 minuti. Era dello stesso avviso Steve Kerr, che in conferenza stampa si è pronunciato in questo modo: “Kyrie e LeBron sono stati incredibili per tutta la partita, ma è piuttosto dispendioso attaccare sempre in 1vs1. Hanno segnato 38 e 39 punti, ma questo modo di giocare ti consuma le energie. Abbiamo continuato a dire ai nostri ragazzi ‘Non preoccupatevi, si stancheranno. Rimanete davanti a loro in difesa e forzateli a dei jumpshot se riuscite. La fatica sarà un fattore. Quando qualcuno gioca 44-45 minuti attaccando praticamente solo 1vs1 è inevitabile”. Con James fuori dal campo i Cavs non hanno segnato neanche un singolo canestro (0/4).

Durant

Eppure, nonostante la mancanza di un sistema, nonostante un minutaggio irreale ed una stanchezza fisica impossibile da non percepire, i Cavs sono andati vicinissimi alla vittoria. E se non fosse stato per quei due canestri di Kevin Durant, probabilmente, adesso staremmo parlando in altri termini di questa gara. “Ho lavorato su quel tiro per tutta la mia carriera”, ha detto a fine gara KD ai microfoni di Doris Burke. Lui che nella sua carriera non aveva mai vinto alla Quicken Loans con James in campo. Ci vuole coraggio a prendere un tiro del genere, in un momento del genere e contro un difensore del genere [LeBron James, ndr]. Eppure Durant non ha avuto la minima esitazione. E neanche i suoi compagni ne hanno alcuna quando sanno di potersi appoggiare su di lui quando il cronometro dei ventiquattro secondi è vicino allo zero. Negli anni passati, la mancanza di un closer era l’unico difetto che si poteva riscontrare negli Warriors. Adesso se non è la perfezione assoluta, ci siamo vicini. Ad ammetterlo è anche LeBron a fine partita: ”[Golden State, ndr] è probabilmente la squadra più forte con cui abbia mai giocato. Ho giocato contro grandissime squadra, ma credo che nessuna di queste avesse una potenza di fuoco del genere”.

LA PARTITA. Dopo le due sconfitte nette alla Oracle, i Cavs hanno voluto immediatamente far capire che a Cleveland sarebbe stata molto più dura per Steph e compagni. James parte fortissimo con 9 punti nei primi cinque minuti (chiuderà con 39 punti, 11 rimbalzi e 9 assist), Durant prova a tenere il passo (8 punti nel primo periodo) ma è Klay Thompson l’uomo in più: 16 punti con appena 6 tiri. Nel finale di primo quarto, due triple irreali di Curry mettono alle corde Cleveland, che sciopera in difesa e subisce un parziale di 10-0 senza James in campo (39-32). Ma i Cavs non ci stanno ed in apertura di secondo periodo pareggiano immediatamente e costringono Green al secondo fallo dopo appena 12″. LeBron capisce che può puntare sui suoi compagni. Love è strepitoso in difesa (13 rimbalzi e 6 recuperi) mentre Irving è finalmente della serie. Il suo pazzesco canestro (con passi) alla sirena del primo tempo tiene a galla i suoi (67-61), dopo che Curry aveva prima cercato nuovamente l’allungo con due giocate super: tripla in contropiede e rubata in campo aperto a James. Golden State ha segnato 21 canestri assistiti su 23.
Il terzo periodo è quello che ha deciso le due precedenti partite, in cui Golden State ha avuto un plus/minus di +13 in gara-1 e +11 in gara-2. Cleveland sa che è questo il momento e torna in campo attaccando la partita alla giugulare: 10-1 di parziale. La difesa riesce per la prima volta nella serie a contenere al tiro gli Warriors (7-19) e Kyrie Irving fa il resto (16 punti). Alla fine del terzo quarto la situazione è ribaltata (94-89). Il quarto periodo si gioca punto a punto, finché la tripla di Jr Smith a 3’09” (assist meraviglioso di James) non sembra spezzare questo perenne equilibrio, dando due possessi pieni di vantaggio ai padroni di casa. Cleveland da quel momento in poi, però, non segna più (0-6). Golden State riduce il vantaggio e poi ci pensa Kevin Durant con due giocate meravigliose a dare il vantaggio ai suoi (114-113) a 45” dal termine. Nel finale i Cavs provano a ribaltare, ma James viene bloccato da Iguodala. Termina 118-113. Warriors vicini alla perfezione.

Michele Di Mauro

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