Dopo mesi di crescente tensione e contrasti verbali, CGIL e governo Renzi sembrano arrivare allo scontro diretto.
Il segretario Susanna Camusso ieri, dalla nuova striscia serale di Floris su La7, ha annunciato la prima mobilitazione generale contro questo governo.

La data sarà decisa probabilmente nel prossimo direttivo del 17 settembre ma dovrebbe collocarsi nei primi dieci giorni di ottobre. L’hashtag ufficiale lanciato sui social network dalla confederazione sindacale è #PiazzaPerIlLavoro.

Probabilmente la piattaforma della mobilitazione si concentrerà sulla redistribuzione fiscale, sulle pensioni e sugli investimenti pubblici per rilanciare l’occupazione. Tema quest’ultimo su cui il sindacato si è già schierato con forza, impegnando la struttura e i suoi esponenti più rappresentativi in una campagna referendaria contro le legge sul fiscal compact del governo Monti di cui si sentirà maggiormente parlare sicuramente dopo lo scadere della raccolta delle firme il 25 settembre.

Il trattamento riservato ai sindacati dall’esecutivo a guida PD è stato in effetti piuttosto irrituale. CGIL, CISL e UIL, solitamente coinvolte in tavoli concertativi per i passaggi fondamentali sulle questioni economiche dai governi di centrodestra e centrosinistra sono state sistematicamente scavalcate dall’esecutivo renziano fin da subito, con piglio decisionista, a partire dal mal digerito  decreto Poletti. I toni sono stati molto ruvidi in particolare proprio con la CGIL, indicata a più riprese tra quelle parti sociali “conservatrici” che si opporrebbero alle riforme necessarie al “cambio di verso” promesso e che rappresenterebbe solo gli interessi dei già garantiti scordandosi di giovani e precari.

Accusa a cui Camusso risponde annunciando una proposta di modifica della legge 300, lo Statuto dei Lavoratori, con un approccio estensivo delle garanzie in modo da includere chi oggi, intrappolato nelle maglie della precarietà, ne è escluso.

Il sindacato di Corso d’Italia pare ritenere la misura colma e i fronti su cui si allarga la frattura con il governo si moltiplicano.
Rompe gli indugi Landini, che inizialmente si era differenziato dal resto della CGIL per un maggiore dialogo personale con Renzi, annunciando nei giorni scorsi 8 ore di sciopero dei metalmeccanici per la fine di ottobre con manifestazione nazionale a Roma.
A pesare sulle preoccupazioni del sindacato sono sicuramente anche le 150 vertenze aperte presso il ministero dello sviluppo economico e l’imminente fine dei periodi di cassa integrazione. Campanelli d’allarme di una situazione che, già molto seria, potrebbe aggravarsi ulteriormente con pesanti ricadute sociali.

Alessandro Squizzato

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