Stando ad una recente ricerca condotta dal noto biologo Terry Hughes della James Cook University di Townsville la barriera corallina è in grave pericolo a causa del notevole innalzamento della temperatura dell’Oceano Pacifico.

Nel corso del 2016, secondo lo studio, circa i due terzi dei coralli presenti nell’ecosistema avrebbero perso il loro colorito originale. I coralli, se sottoposti a temperature, elevate attuano un processo di espulsione delle alghe che donano loro lo sgargiante colorito ed energia per sopravvivere.

Il decesso avviene in due fasi: la prima è detta ”fase di sbiancamento” ed è dovuta all’espulsione dalle alghe che donano il colorito sgargiante ed energia al corallo, mentre la seconda fase è quella della ”morte per fame” da parte del corallide.

La barriera corallina, ecosistema che presenta una vasta varietà di coralli che ospitano 1500 specie di pesci e 4000 molluschi, ha perso ad oggi un tratto di 1500 km su 2300 km totali. Il fenomeno è dovuto principalmente alla temperatura dell’acqua marina che ha subito un incremento di quattro gradi nel corso dello scorso anno.

‘E’ stato il terzo maggior episodio che ha colpito la barriera corallina dopo le più recenti ondate di calore del 1998 e del 2002. Ora ci stiamo attrezzando per studiare la potenziale numero 4. Il cambiamento climatico non è una minaccia futura. E’ qualcosa che colpisce la Grande Barriera Corallina da 18 anni.” ha affermato l’autore della ricerca Terry Hughes.

“Il riscaldamento globale è la minaccia numero uno. Lo sbiancamento che si è verificato nel 2016 rafforza fortemente la necessità urgente di limitare il cambiamento climatico, come concordato dai leader mondiali nell’Accordo di Parigi.” ha spiegato David Wachenfeld del Parco marino della Grande Barriera Corallina.

Hughes e il suo team hanno lanciato un appello al Governo australiano affinchè attui ulteriori politiche per la salvaguardia di uno dei maggiori ecosistemi al mondo. La barriera corallina rischia di perdere lo status di Patrimonio dell’Unesco ricevuto nel 1981 e, peggio ancora, di deteriorarsi del tutto entro il 2050. Occorre, pertanto, agire fin da subito.

Vincenzo Nicoletti

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