Al teatro San Ferdinando fino al 15 gennaio andrà in scena una delle opere più famose dell’autore di Castellammare di Stabia Annibale Ruccello, scomparso all’età di 30 anni nel 1986: “Ferdinando”.

Una storia di quotidianità, di un equilibrio casalingo poi sconvolto dall’arrivo del personaggio Ferdinando.

La baronessa borbonica, Donna Clotilde, sceglie di isolarsi in una villa della zona vesuviana come segno di disprezzo per la nuova cultura piccolo borghese che si va affermando dopo l’unificazione d’Italia. Nell’isolamento l’accompagna una cugina povera, Gesualda, che svolge l’ambiguo ruolo di infermiera/carceriera. I giorni trascorrono uguali, tra pasticche, acque termali, farmaci vari e colloqui con il parroco del paese, Don Catellino, un prete coinvolto in intrallazzi politici.

Pare che il corso degli eventi trascorra immutabile, nulla potrebbe arrestare questa ciclica routine ma qualcosa accade: l’arrivo di Ferdinando sconvolgerà le vite dei protagonisti per sempre perché grazie a lui verità nascoste e sentimenti repressi sorgeranno finalmente a galla.

Ferdinando

La regista Nadia Baldi nelle note di regia afferma

«Ferdinando contiene notevoli elementi espressivi per una realizzazione teatrale delle emozioni umane specchiandosi nella tagliente forza di una storia che attraverso il teatro ruoti intorno al disvelamento di una serie di segreti. Ferdinando si concentra su quello che è forse il più insondabile mistero: la mente umana. Nasce così in me l’esigenza di indagare il possibile e impossibile mondo creativo che le donne sanno attuare quando i freni inibitori e culturali non hanno più il loro potere censurante. Tutti i personaggi in una prima fase si presenteranno nel loro quotidiano per poi svelare geniali strategie e stupefacenti mondi interiori. Lo spettacolo si incentrerà su un’indagine minuziosa, sul cogliere le sottigliezze dei gesti, degli sguardi, dei corpi in agguato. Racconterà la singolare dinamica attraverso la quale gli oggetti divengono padroni dei luoghi, mentre le fantasie interiori dei personaggi diventano padroni della loro esistenza fino a spingerla verso una dimensione surreale, comica, drammatica e imprevedibile: esiste sempre una connessione tra noi e i luoghi, tra noi e gli oggetti, tra noi e la memoria. Le follie e gli incroci amorosi contenuti nella trama emergeranno come elementi contemporanei e modernissimi che da sempre regolano la potenza dei sogni e degli affetti presenti nella storia dell’umanità. Ferdinando mette in luce le connessioni esistenziali fra dramma e malinconia, comicità e solitudine, sottolineando tali contrasti attraverso un uso di una messinscena che mira a svelare gli opposti sentimentali disseminati in tutte le esistenze».

Nel ruolo di Donna Clotilde, il personaggio abilmente disegnato da Ruccello al centro della vicenda, l’attrice Gea Martire affiancata, nella non meno distillata figura della cugina di lei, Gesualda, da Chiara Baffi, con Fulvio Cauteruccio nei panni del parroco Don Catellino e il giovane Francesco Roccasecca in quelli del personaggio del titolo, Ferdinando. I costumi sono di Carlo Poggioli, la consulenza musicale di Marco Betta, il progetto luci della stessa Nadia Baldi, la produzione di Teatro Segreto.

Calendario rappresentazioni:
10, 11 e 13 gennaio ore 21.00; 12 gen. ore 17.00; 14 gen. ore 19.00; 15 gen. ore 18.00
Info: www. teatrostabilenapoli.it; biglietteria: Teatro San Ferdinando: tel 081 292030 – 081 291878

Daniela Diodato

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