Era tutto fermo da dicembre, da quando cioè la Procura di Napoli che indaga sul crac di Bagnolifutura aveva stabilito che le procedure di caratterizzazione dei suoli disposte dal Commissariato straordinario di Governo per Bagnoli non avrebbero potuto svolgersi fino a nuovo ordine.

Ora i magistrati hanno sospeso temporaneamente l’interdizione dell’accesso all’area, esclusivamente per consentire lo svolgimento di questa sospirata operazione: ha avuto dunque successo l’istanza di Invitalia, soggetto attuatore della caratterizzazione, e del commissario di Governo per Bagnoli, Nastasi, affinché il Tribunale di Napoli rimuovesse almeno temporaneamente il blocco imposto alle procedure previste dal Commissariato.

Riavvolgendo il nastro, si torna a circa poco più di due mesi fa, quando uno stop inatteso aveva colpito la road map tracciata dalla cabina di regia per Bagnoli guidata dal commissario straordinario Nastasi e dall’allora sottosegretario De Vincenti: i funzionari, che con orgoglio vantavano la mancanza di intoppi rilevanti al progetto di riqualificazione di Bagnoli (nonostante le polemiche col sindaco De Magistris), avevano dovuto arrendersi alle esigenze di conservare l’integrità di un sito che la magistratura ha da anni sotto sequestro a fini di indagine.

Si trattava infatti di preservare, secondo la Procura, le eventuali prove della bonifica (avvenuta o mancata, era appunto da chiarire) che in passato avrebbe dovuto svolgere la fallita partecipata comunale Bagnolifutura, del cui passivo (in cui rientravano i soldi stanziati per la fantomatica bonifica) proprio i magistrati stanno da tempo accertando la natura lecita o meno.

Ora sembrerebbe che le esigenze di indagine consentano l’auspicata caratterizzazione, che, come detto, sarà svolta a cura di Invitalia. Si tratta di effettuare dei sondaggi per osservare i livelli di tossicità del suolo e svelare quindi, ovviamente senza alcun pregiudizio per le ulteriori indagini in corso – è bene ribadirlo -, se saranno necessari ulteriori interventi di bonifica del territorio, e quanto dovranno essere consistenti.

A conferma dell’interesse della Procura a che la caratterizzazione si svolga comunque secondo modi e tempi compatibili con le indagini, il garante e supervisore delle operazioni sarà proprio il consulente dei magistrati, Claudio Galli: secondo Repubblica, in ogni modo, quest’ultimo consegnerà a breve una propria, ulteriore relazione sullo stato dei suoli, a fini esclusivamente processuali.

I campioni raccolti saranno analizzati da vari enti di ricerca, in diverse parti d’Italia, tra cui il Veneto. Si prevede che saranno circa 700 gli esemplari di suolo bagnolese da sottoporre al vaglio del’autorità scientifica: almeno dal punto di vista amministrativo, insomma, sembra che il grande mistero sullo stato effettivo dell’area ex Italsider stia per risolversi.

Del resto, per stessa ammissione dell’ora Ministro De Vincenti, promosso alle Politiche per il Mezzogiorno dal nuovo Presidente del Consiglio Gentiloni, il clima intorno a Bagnoli sembra cambiato. Il nuovo membro del Governo ha tenuto a precisare che anche con Palazzo San Giacomo sembra essere cominciata una nuova fase politica e di collaborazione istituzionale (sarà forse complice la fine del clima elettorale, che aveva avvelenato lo scontro della scorsa primavera sulla questione – commissario?): lo scorso 6 febbraio De Vincenti ha tenuto il primo vertice dell’anno in Prefettura con Nastasi e De Magistris, con tutte le parti che ne sono sembrate uscire particolarmente soddisfatte.

Non è una caso, dunque, che il Ministro sia stato segnalato ieri nuovamente in città, proprio a Bagnoli, per valutare lo stato di avanzamento dei lavori delle bonifiche già avviate (su aree non riguardate dal sequestro), sia delle operazioni da svolgere a partire dal via libera della Procura. In sostanza, Napoli sembra essere tornata al centro dell’azione amministrativa del Governo, complici anche l’accordo sul Patto per Napoli ed i circa 300 milioni che riverserà in Campania.

Ludovico Maremonti

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