CASALNUOVO – La cosiddetta “Terra dei fuochi” compresa tra le province di Napoli e Caserta, continua a mietere vittime. A Casalnuovo solo nei primi sei mesi del 2014 sono stati registrati almeno 155 nuovi casi di patologie neoplastiche maligne e di tumori. Dai dati emerge anche che sono le donne le più colpite. In virtù di ciò il Pascal di Napoli e l’Iss hanno condotto diversi studi scoprendo appunto un aumento di mortalità nel “Triangolo della morte”, tra Acerra e Nola; i ricercatori hanno infatti creato una mappatura suddividendo i comuni in base al grado di pericolosità ed indecenza di mortalità, raccogliendo così dati davvero sconvolgenti. L’Istat ha anche suddiviso i comuni per causa di morte: i residenti di Afragola, Arzano, Caivano, Giugliano in Campania, Quarto, Orta di Atella e Santa Maria Capua Vetere si sono ammalati in misura maggiore di tumore ai polmoni; mentre nei comuni di Casalnuovo, Qualiano e Santa Maria a Vico ci si ammala al colon retto. E nel caso di Casalnuovo, si tratta della percentuale più alta di tutta la Campania. A maggio sarebbe dovuto partire lo screening sanitario gratuito di massa, per la popolazione della “Terra dei fuochi”, onde controllare i fattori di rischio, individuare e prevenire lo sviluppo della malattia e, ridurre i casi di mortalità, ma è ancora tutto in alto mare. Ecco allora la gente esasperata, abbandonata a se stessa, che ha provato ancora una volta ad urlare la propria rabbia. A fine settembre, ad Acerra, si è tenuta l’ennesima “Fiaccolata per la vita” per tenere alta l’attenzione delle istituzioni ed ottenere qualche sorta d’intervento. In testa al corteo, il padre di un ragazzo di 19 anni, morto da poco, che ha esposto uno striscione con scritto: “Le mazzette sono come i tumori: alla fine vincono sempre” Parole pesanti ma emblematiche che fanno capire tutta la drammaticità della situazione, che da fin troppo tempo, questi comuni sono costretti a vivere.

Simona Pisano

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