Cari lettori, bentornati al brainch. Mi auguro che siate riposati e pronti ad affrontare le vacanze natalizie; auguriamoci possano portare, se non proprio ogni desiderio, quantomeno la serenità mentale di accettarlo – e magari, anche un po’ di buonsenso.

Ad ogni modo, sono arrivato ad una conclusione: è tutta colpa di facebook.

L’ho scritto anche nel titolo, non è un trucchetto per ottenere visite come Il Mattino, Libero Quotidiano o Tze Tze. Ne parlavo con un compagno della segreteria regionale Cgil, venerdì scorso allo sciopero generale: stiamo coltivando una generazione inebetita dalle social drugs, le dosi si assumono via “like” o “retweet” e una pasticca di facebook è ben più letale di una di ecstasy.

Nel medio/lungo periodo, la combinazione di precarietà lavorativa, unita alla privazione di diritti (allo studio, alla sanità, all’equità sociale…) e alla massificazione del pensiero unico – o meglio, della mancanza di pensiero – potrebbe produrre risultati catastrofici sul futuro dell’Italia e del mondo intero. Ce li vedete, i dirigenti ed i lavoratori del domani? Abituati a valutare il proprio operato in base al numero di apprezzamenti virtuali, ad alimentare il proprio ego anziché il proprio spirito, a produrre un senso critico usa-e-getta della durata di una manciata di secondi: quanto basta per dare una sbirciatina, cliccare un tasto e dimenticare.

Brainch
Autrice: Laura Arena

Colpa di facebook, insomma, e di un esasperato voyeurismo che si consuma attraverso scenari fittizi, un ambiente asettico che fa da filtro alla coscienza e si trascina, per osmosi, tutto il marcio del bagaglio culturale popolano. Qualunquismi, populismi, strumentalizzazioni e falsità prese per vere: tutto quanto un tempo infestava (e infesta ancora) la politica, si trasmette adesso di casa in casa, di occhio in occhio attraverso una pagina o una frase, rimbalzando come un’eco di risonanza sulle pareti vuote del cranio ed acquistando nuove frequenze e nuove credenze.

Contrastare il logorio semantico, storico e valoriale causato da facebook e compagnia è una missione impervia, una lotta impari tra il buonsenso e la linea adsl. L’ecologismo si riassume in un link sulla Terra dei Fuochi, l’animalismo nella foto di un cagnolino abbandonato, il comunismo si riduce ad una citazione di Gramsci e il fascismo torna a galla (esatto, torna a galla, proprio come gli stronzi) attraverso gruppi xenofobi, razzisti, reazionari e via dicendo.

Ma il peggio, se permettete, il peggio si condensa nelle storielle inventate di sana pianta spacciate come reali emergenze e scandali a cinque colonne. “Uscire dall’euro si può: ecco come” (acquistando un biglietto aereo per Washington?), oppure “I clandestini guadagnano 45 euro al giorno senza lavorare” (ma fosse per questo, i politici guadagnano molto di più per lo stesso motivo…), oppure ancora “Incredibile, scoperta la cura contro il cancro ma gli Illuminati non vogliono farcelo sapere, perché il ritorno di Geova è vicino e alla fine del mondo non ci staremo tutti sull’Arca di Noè”.

E non c’è bisogno che continui, immagino. Perché per le ragioni elencate sopra, si finisce per credervi, e l’ignoranza fomenta altra ignoranza, in un circolo vizioso di creduloneria e filosofia spicciola. Quindi, se già odiate facebook perché vi costringe ogni giorno a confrontarvi con l’acida megalomania di contatti di cui a malapena ricordate il viso, o perché vi ricorda tutti i compleanni cancellando ogni scusa, o perché non riuscite a rimorchiare nessuna bella ragazza spacciando le frasi di Bukowski per vostre, sappiate che di motivi per detestarlo ce ne sono ben altri.

E che no, non è per davvero tutta colpa di facebook: è colpa nostra e dell’uso scellerato che se ne fa, della vorace aspettativa di sovrapporre e confondere identità virtuale ed epifania del reale. Insomma, c’è una misura anche per essere cretini, che non si può quantificare con i pollici all’insù; e temo che, come al solito, ce ne accorgeremo quando sarà ormai troppo tardi.

Ma nel frattempo, mi raccomando: lasciate un bel “like” e condividete l’articolo, o il popolo di facebook non conoscerà mai la verità!
Buona domenica, lettori cari, ed alla prossima.

Emanuele Tanzilli
@EmaTanzilli

ilbrainch@liberopensiero.eu 

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